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I guai veri cominciano quando pensiamo di essere in grado di calcolare ogni cosa

, di Claudio Todesco
I rischi spesso sfuggono a ogni calcolo, diceva Keynes e sostengono oggi Blanchard e Romer, come ricorda Massimo Amato

L'unica certezza è l'incertezza, devono avere pensato nel 1936 i primi lettori della Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta di John Maynard Keynes. È giunto il momento di recuperare questa idea nel campo della finanza, sostiene Massimo Amato, storico del pensiero economico in forza alla Bocconi. "Secondo Keynes, gli economisti faticano ad accettare l'esistenza di una dimensione del rischio che sfugge a ogni calcolo. È quella che Keynes chiama incertezza fondamentale. I mercati finanziari si basano invece sull'ipotesi che ogni rischio sia quantificabile".

Rifarsi a una teoria risalente a oltre ottant'anni fa può sembrare una velleità antiquaria, ma Amato cita due economisti mainstream che hanno affrontato recentemente la questione dell'opacità dei mercati finanziari. "Da una parte c'è Olivier Blanchard secondo cui, a causa dell'imprevedibilità dei mercati, una nuova crisi è fortemente possibile. Dall'altra c'è Paul Romer, premio Nobel che afferma che negli ultimi trent'anni la macroeconomia non è affatto progredita, ma ha piuttosto registrato un regresso. Romer punta il dito, in particolare, sulle ipotesi implicite dell'econometria che non permettono di fornire indicatori affidabili dell'andamento del ciclo". Amato evoca perciò la necessità di ripristinare un maggiore senso di prudenza. "Dall'idea che ogni rischio possa essere calcolato deriva l'idea che possiamo assumerci ogni rischio. Esiste, invece, un rischio sistemico che non è prezzabile e che, quando si palesa, fa saltare ogni modello di calcolo". Gli effetti di una nuova crisi potrebbero essere largamente imprevisti e ingovernabili. È quindi auspicabile, secondo Amato, l'adozione di modelli di finanza che non si basino esclusivamente sulla scontabilità sistematica del rischio nel prezzo e che tengano conto dell'esistenza di incognite di cui non siamo consci. "Come diceva Keynes, l'unica cosa di cui siamo certi è che ci sono cose che non potremo mai sapere".

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