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Di fronte all'ambiguita' il policy maker reagisce come facciamo tutti noi, esseri umani

, di Claudio Todesco
Ricercatori, giornalisti, studenti: per tutti meglio il noto dell'ignoto, come dimostra un esperimento di Valentina Bosetti

Quando è messo di fronte a scelte caratterizzate da ambiguità, il policymaker impegnato nella definizione delle politiche sul clima non si comporta in modo perfettamente razionale ma è, come molti di noi, avverso all'ambiguità. I tratti caratteriali e le preferenze della élite che si occupa di clima sono al centro di un esperimento sul campo condotto da Valentina Bosetti e Loïc Berger nel corso di Cop 21, la conferenza sui cambiamenti climatici che si è tenuta a Parigi nel 2015. Durante i negoziati, membri delle delegazioni e delle Ong, ma anche ricercatori, giornalisti e rappresentanti del settore privato provenienti da 52 diversi paesi sono stati messi di fronte a coppie di urne contenenti palline rosse e nere in proporzione conosciuta o sconosciuta o determinata in modo casuale. Ai partecipanti è stato chiesto di effettuare delle scommesse sulla composizione delle urne, a fronte di un premio economico in caso di successo.

L'ambiguità della situazione derivava non solo dall'incertezza circa l'avverarsi di eventi casuali, ma dalla mancanza di sufficienti informazioni, tipica di chi si occupa di cambiamenti climatici. "Abbiamo condotto un esperimento del tutto analogo su studenti universitari presso il Bocconi Experimental Laboratory in the Social Sciences", spiega Valentina Bosetti. Di fronte all'ambiguità, i policymaker si sono comportati esattamente come gli studenti, dimostrando di essere avversi all'ambiguità in modo consistente, ovvero di preferire situazioni in cui le probabilità sono note a situazioni in cui esse sono ignote. "Tale avversione non deriva necessariamente da un difetto di ragionamento, né da incapacità di calcolo. Il comportamento potrebbe quindi essere frutto di preferenze intrinseche di fronte a probabilità sconosciute. L'esperimento è un primo passo nella comprensione dell'avversione all'ambiguità del social planner non come tratto irrazionale, ma come parte delle sue preferenze in quanto essere umano".

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