Utilities meno colpite di altri, ma ora occorre cambiare
L'arrivo della pandemia ha avuto impatti differenti sui diversi settori. "Quello delle utilities è stato forse meno sconvolto di altri, ma le sue criticità sono da tenere particolarmente d'occhio in considerazione dei servizi essenziali che erogano le aziende di questo comparto", commenta Andrea Gilardoni, docente di Management of Public Utilities. Per questo motivo, già ai primi di marzo, il docente ha avviato una "Instant Research" per il COVID Crisis Lab presso i vertici di circa 40 aziende di grosso calibro, rappresentative di oltre il 50% del mercato. Ne è emerso il quadro di un settore che ha reagito prontamente, in sinergia con le istituzioni, anche in virtù della partecipazione pubblica che distingue molti di queste realtà, facendo convergere gli sforzi dove il territorio lo richiedeva.
"Il settore ha accusato un diffuso calo dei consumi che però non ha mai superato il 30%. La domanda non è crollata, anzi, per esempio nella distribuzione idrica certe aree hanno vissuto un lieve trend di segno opposto e in generale entro 24 mesi tutti pronosticano un ritorno ai livelli pre-Covid", descrive il docente. "Esiste anche qui un fattore critico legato al mancato pagamento delle forniture da parte dei cittadini, al quale le imprese hanno risposto favorendo la dilazione o la rateizzazione dei crediti".
L'aspetto però più interessante è quello emerso nel capitolo dedicato agli investimenti. "Quelli in corso sono stati mantenuti, i cantieri sono in ritardo ma nessuno è stato cancellato", continua Gilardoni. "Diverso il discorso per il futuro. Nonostante il sentiment generalmente positivo, tutti gli attori aspettano una chiara manifestazione di volontà da parte del governo nel confermare la priorità di questo settore per lo sviluppo e, più in generale, nel favorire la transizione energetica e la realizzazione del Green New Deal europeo. I fattori ostativi che affliggono il settore non sono cambiati col COVID, sono gli stessi da anni. Basti pensare che l'Italia avrebbe l'obiettivo di investire in fonti di energia rinnovabile per l'equivalente di 5 gigawatt/anno e siamo a poco più di 1. L'auspicio è che questa emergenza venga vissuta come un'occasione per affrontare questi ostacoli, promuovere la semplificazione e sbloccare gli investimenti".