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Una semplice soluzione per migliorare il benessere dei dipendenti senza intaccare la produttivita'

, di Fabio Todesco
E il risultato raggiungibile con lo smart working, secondo una ricerca di Paola Profeta e Marta Angelici. Inoltre, sia gli uomini che le donne dedicano piu' ore alle faccende domestiche, con le donne che dichiarano un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata

Durante i lockdown per il coronavirus, si stima che il 50% dei lavoratori europei usufruisse di una qualche forma di smart working. Smart working della peggiore specie, però, perché non pianificato e, in molti casi, a tempo pieno, con un forte rischio di creare un senso di isolamento sociale. Il rovescio della medaglia è che questa esperienza ha rivelato che lo smart working è fattibile sia per le attività di routine che per quelle non di routine, e gli accordi che consentono ai dipendenti di lavorare da casa uno o qualche giorno alla settimana sono ormai comuni nel mondo occidentale. Quello che manca ancora è una valutazione scientificamente rigorosa della sua efficacia.

In un lavoro di prossima pubblicazione su Management Science, che utilizza uno studio controllato randomizzato (il gold standard della ricerca scientifica), Paola Profeta e Marta Angelici (Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche della Bocconi) concludono che la flessibilità dello smart-working migliora il benessere e l'equilibrio vita-lavoro dei lavoratori, senza ridurre la loro produttività. "Un interessante effetto collaterale è che gli uomini, quando possono lavorare da casa, aumentano il tempo dedicato alle faccende domestiche. L'equilibrio di genere non si sposta di molto, perché anche le donne vi dedicano più ore, ma le donne dichiarano di coniugare meglio la loro vita lavorativa e personale," afferma Profeta, professoressa specializzata in economia di genere e direttrice dell'AXA Research Lab on Gender Equality dell'Università Bocconi.

Lo studio è stato condotto immediatamente prima del lockdown per il COVID-19, cioè in condizioni ragionevolmente paragonabili a quelle attuali.

Gli autori hanno diviso 310 impiegati e operai di una multiutility italiana in due gruppi: al 65% di loro è stato concesso lo smart-working un giorno alla settimana (la modalità standard in epoca pre-COVID) per nove mesi, mentre il 35% ha continuato a lavorare come al solito. La produttività, il benessere e l'equilibrio tra lavoro e vita privata dei due gruppi sono stati monitorati per tutta la durata dell'esperimento utilizzando dati forniti dall'azienda e questionari compilati dai lavoratori di entrambi i gruppi e dai loro responsabili.

La produttività dei lavoratori in smart working, misurata da vari indicatori, è leggermente aumentata, ma la differenza diventa statisticamente significativa solo a partire dal settimo mese (su nove).

• I lavoratori in smart working hanno utilizzato un giorno di ferie in meno al mese rispetto ai lavoratori a cui non era stata concessa la flessibilità. Ciò significa che probabilmente uno dei quattro giorni di smart working al mese sarebbe altrimenti stato un'assenza (ad esempio, a causa di un figlio malato, di un appuntamento dal dentista o di una visita medica).
• Il rispetto delle scadenze è stato del 40% superiore per i lavoratori in smart.
• I lavoratori in smart hanno dichiarato una soddisfazione per la vita in generale il 33% più alta e una soddisfazione per il tempo libero il 40% più alta.
• I lavoratori in smart hanno registrato una maggiore capacità di rimanere concentrati, una minore perdita di sonno dovuta alle preoccupazioni e una minore sensazione di stress.
• I lavoratori in smart hanno riferito che la libertà di stabilire l'orario di inizio e fine lavoro e di organizzare le pause durante la giornata lavorativa è associata a più tempo dedicato alle attività domestiche e di cura, sia per gli uomini che per le donne.


"L'eliminazione dei vincoli sul luogo e sull'orario di lavoro sembra essere un'organizzazione promettente e più efficiente del lavoro", concludono le autrici, "senza effetti negativi rilevabili sui divari di genere. Lo smart-working sembra anche essere un modo promettente per promuovere l'equilibrio tra lavoro e vita privata, un tema sempre più importante nelle società moderne. Questo risultato non era scontato, dato che precedenti analisi avevano messo in guardia sul rischio di sovraccarico legato ad accordi di lavoro flessibili, con tutte le possibili conseguenze negative che riguardano lo stress, il benessere, la salute, ecc."



Marta Angelici, Paola Profeta, "Smart-Working: Work flexibility Without Constraints," Articles in Advance, Management Science, DOI: https://doi.org/10.1287/mnsc.2023.4767

Foto generata con Midjourney