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Responsabilita' medica, questioni aperte in attesa degli interventi giurisprudenziali

, di Camillo Papini
L'attuale normativa e' in grado di adattarsi all'eccezionalita' del COVID, ma in parallelo, comunque, e' sorta anche l'idea d'introdurre leggi che prevedano la possibilita' di indennizzi per danni causati dalla pandemia

Non ci sono ancora decisioni giurisprudenziali per i danni causati dalla pandemia. Una disciplina tanto ampia quanto solo parzialmente esplorata, soprattutto se si pensa alle dimensioni di una crisi come quella da COVID-19. In ambito sanitario, per esempio, in molti potrebbe valutare un'azione legale ritenendo di non aver ricevuto le cure adeguate per sé o un proprio familiare, in ospedale o presso una residenza sanitaria assistenziale (rsa) per anziani. Non vanno dimenticati, poi, i pazienti di patologie differenti che non hanno beneficiato di trattamenti idonei.

Anche se questo tipo di cause contro medici, infermieri e strutture sanitarie presenta molteplici difficoltà, "il rischio è di un prolungato rallentamento del sistema giudiziario qualora un alto numero di contenziosi venga avviato", spiega Francesco Paolo Patti, professore associato di diritto privato dell'Università Bocconi. "Per ridurre questo pericolo è nata l'esigenza di formulare regole speciali, tra cui la proposta di considerare il parziale esonero di responsabilità per il personale sanitario", aggiunge Patti che ha scritto Responsabilità medica e pandemia da COVID-19 all'interno del libro Biopolitica, pandemia e democrazia: rule of law nella società digitale (vol. 3: Pandemie e tecnologie: l'impatto su processi, scuola e medicina).

Alla base di questa proposta ci sono le carenze organizzative oggettive e l'assenza di linee guida perché medici e infermieri potessero sapere, prima, come gestire un periodo pandemico della stessa gravità di quello da COVID. Di contro, "sarebbe meno giustificabile prevedere lo stesso esonero per le strutture sanitarie considerando almeno i protocolli di cura già scritti a livello interno e internazionale", prosegue il professore associato di diritto privato dell'Università Bocconi. "Per i medici resta l'ipotesi di colpa grave mentre la responsabilità civile delle strutture ospedaliere è il perno per eventuali contenziosi di questa fattispecie". Complessivamente, quindi, l'attuale normativa è in grado di adattarsi all'eccezionalità del COVID, senza dover prevedere una disciplina ad hoc.

In parallelo, comunque, è sorta anche l'idea d'introdurre leggi che prevedano la possibilità di indennizzi per danni causati da coronavirus, materia che peraltro ha un precedente simile nel caso delle emotrasfusioni infette. Ma pure le procedure in quest'ultimo frangente hanno incontrato problemi organizzativi e gestionali, a cui si somma la difficoltà di stabilire misure indennitarie soddisfacenti, vista la disomogeneità rispetto ai danni prodotti, più recentemente, da una pandemia che ha causato tanta morte e sofferenza.