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Opinioni politiche sotto pressione: cosa pensiamo davvero?

, di Barbara Orlando
Le preoccupazioni per l’immagine sociale portano a esprimere opinioni politiche diverse da quelle che abbiamo in privato, rendendo le dichiarazioni pubbliche fino al 50% meno informative. Uno studio di Luca Braghieri rivela come il desiderio di conformarsi alle norme sociali alteri il dibattito politico favorendo l’auto-censura

Quando sanno di essere osservati, gli studenti universitari tendono a esprimere opinioni politiche diverse da quelle che effettivamente detengono in privato. Le dichiarazioni pubbliche risultano dal 30 al 50% meno informative rispetto a quelle private, secondo uno studio condotto presso le università della California. Questo significa che il timore di essere giudicati induce gli studenti a conformarsi alle opinioni percepite come socialmente accettabili, alterando così il dibattito pubblico nei campus.

A rivelarlo è lo studio Political Correctness, Social Image and Intormation Transmission, pubblicato sulla American Economic Review, di Luca Braghieri, Assistant Professor del Dipartimento di Scienze delle Decisioni della Bocconi, che ha analizzato il fenomeno delle preoccupazioni per l’immagine sociale e il loro impatto sulle opinioni politiche espresse dagli studenti. Braghieri spiega: “Il desiderio di apparire socialmente conformi crea una distanza tra ciò che gli studenti pensano davvero e ciò che dichiarano in pubblico, limitando l’autenticità delle discussioni politiche.”

Il contesto dello studio

L’indagine è stata condotta presso due università del sistema della University of California: University of California Santa Barbara (UCSB) e University of California San Diego (UCSD), contesti notoriamente progressisti, dove l’adesione a determinati orientamenti politici è spesso percepita come una norma sociale implicita. In un’epoca in cui i campus universitari sono al centro del dibattito sulla correttezza politica, questo studio fornisce prove sperimentali su come le dinamiche dell’immagine sociale influenzino il discorso pubblico.

La metodologia scientifica: due esperimenti chiave

Per esplorare il fenomeno, Braghieri ha utilizzato un approccio sperimentale, suddiviso in due fasi principali: Encoding experiment e Decoding experiment.

Nell’Encoding experiment, gli studenti sono stati randomizzati in due gruppi:
• Trattamento privato: ai partecipanti è stata garantita l’anonimità totale delle loro risposte.
• Trattamento pubblico: è stato suggerito che le loro risposte potessero essere condivise con altri studenti, alimentando il timore di un possibile giudizio sociale.

Agli studenti è stato chiesto di esprimere il loro grado di accordo su una scala da 0 a 10 riguardo a una serie di affermazioni sensibili, tra cui:
• La rimozione delle statue dei leader confederati,
• L’uso di pronomi di genere preferiti,
• La partecipazione delle donne transgender nello sport femminile,
• L’immigrazione illegale.

I risultati sono stati sorprendenti: le risposte pubbliche risultavano significativamente più allineate con le opinioni percepite come socialmente accettabili rispetto alle risposte private. In particolare, l’accordo con le affermazioni più sensibili si avvicinava alle posizioni percepite come più “progressiste” quando gli studenti erano consapevoli di essere osservati. Braghieri sottolinea: “L’effetto dell’immagine sociale crea una vera e propria ‘distanza’ tra le opinioni pubbliche e quelle private, distorcendo il dibattito e limitando l’autenticità delle discussioni politiche nei campus.”

Un ulteriore passo avanti è stato fatto con il Decoding experiment, volto a esaminare come gli studenti interpretano le opinioni espresse dai loro pari. In questa fase, un gruppo separato di studenti è stato incaricato di prevedere le risposte dei partecipanti all’Encoding experiment. Quando l’influenza dell’immagine sociale non era esplicitata, gli studenti tendevano a prendere per autentiche le dichiarazioni pubbliche dei loro coetanei. Perciò, trascurare gli effetti delle preoccupazioni legate all'immagine sociale ha portato gli studenti a sviluppare credenze distorte sulle opinioni private dei loro coetanei.

La perdita di informazione e il ruolo dell’informazione mutua

Lo studio ha anche quantificato la perdita di informazione utilizzando una misura avanzata nota come “informazione mutua”, evidenziando che le dichiarazioni pubbliche risultano dal 30 al 50% meno informative rispetto a quelle private. Questo significa che anche un osservatore esperto che capisce il modo in cui gli studenti distorcono le loro opinioni quando sono in pubblico faticherebbe a dedurre le reali opinioni politiche degli studenti.

Effetti eterogenei e diversità ideologica nei campus

Un aspetto particolarmente interessante riguarda le differenze legate all’orientamento politico. Gli studenti che si identificano come indipendenti o repubblicani hanno mostrato una maggiore tendenza a conformarsi alle norme sociali percepite, rispetto ai loro coetanei democratici. Questo suggerisce che coloro che si sentono meno allineati con le opinioni dominanti del campus sono più inclini a modificare pubblicamente le loro dichiarazioni. In altre parole, la diversità ideologica nei campus potrebbe essere significativamente sottostimata se si considerano solo le dichiarazioni pubbliche.

Implicazioni per il dibattito pubblico e la libertà di espressione

Questo studio offre spunti per comprendere come le preoccupazioni per l’immagine sociale possano influenzare la qualità del discorso pubblico nei campus universitari, portando a un’auto-censura e a una rappresentazione distorta delle opinioni. “Il timore di apparire impopolari limita la diversità di pensiero e riduce la possibilità di un dibattito aperto e onesto,” ha affermato Braghieri. 

Lo studio rappresenta un contributo al dibattito sulla correttezza politica e l’immagine sociale, dimostrando empiricamente come la paura del giudizio sociale possa alterare le opinioni pubbliche espresse dagli studenti universitari e portare ad una perdita di informazioni. In un’epoca in cui il dibattito sul “politicamente corretto” è sempre più acceso, i risultati di questa ricerca invitano a riflettere sulla necessità di creare ambienti di discussione più aperti e autentici.

LUCA BRAGHIERI

Bocconi University
Dipartimento di Scienze delle Decisioni