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Le politiche fiscali progressive potrebbero attenuare le crescenti disuguaglianze in Italia

, di Tanvi Goyal
L'IGIER visiting student Tanvi Goyal riferisce sul recente IGIER Policy Seminar con Emmanuel Saez

Nell'economia italiana si sta verificando un aumento sia della concentrazione della ricchezza privata che del suo rapporto con il PIL, accanto a una tendenza all'aumento del debito pubblico. Emmanuel Saez (University of California, Berkeley), il relatore principale dell'IGIER Policy Seminar del 17 marzo, ha sostenuto che in queste circostanze una tassazione progressiva della ricchezza potrebbe rendere sostenibile il debito pubblico e anche ridurre la disuguaglianza. La discussione è stata moderata da Nicola Pavoni (Bocconi) e ha offerto visioni alternative e commenti alla proposta, presentati da Tito Boeri (Bocconi) e da Vincenzo Visco (NENS).

Il Prof. Saez ha dapprima presentato la recente ricerca di Acciari, Alvaredo, Morelli, che mostra, utilizzando i dati dell'imposta di successione, un aumento della concentrazione della ricchezza in Italia. Con il patrimonio del top 1% al 150% del PIL, secondo i calcoli del Prof. Saez una tassa dell'1% sui patrimoni sopra i 2 milioni di euro raccoglierebbe 20 miliardi di euro, pari all'1% del PIL. Successivamente, il relatore ha discusso i vantaggi di una tassa patrimoniale "progressiva". In particolare, il sistema fiscale italiano è regressivo al di sopra del 95° percentile di ricchezza a causa della natura regressiva delle imposte sui consumi e dei contributi previdenziali. Un'imposta progressiva sui patrimoni ripristinerebbe la progressività permettendo di colpire l'accumulo piuttosto che i flussi, consentendo quindi di tassare le plusvalenze che sfuggono all'imposta sul reddito e all'imposta di successione fino al momento dell'eredità. Un'imposta progressiva sulla ricchezza, ha sostenuto il Prof. Saez, è anche giusta perché le tasse sulla proprietà sono troppo pesanti per la classe media.

Infine, Saez ha posto il quesito se una tassa patrimoniale progressiva potrebbe funzionare. L'imposta sul patrimonio ha spesso fallito in passato a causa di problemi di attuazione quali l'evasione attraverso conti offshore, l'elusione trasferendosi all'estero, le scappatoie come l'esenzione per i proprietari-amministratori che avvantaggiano gli ultra-ricchi, le basse soglie di esenzione e la dipendenza dall'autovalutazione. A causa di questi problemi di attuazione, citando Bach-Bozio e altri, Saez ha mostrato come i miliardari siano in gran parte sfuggiti all'imposta sul patrimonio e sul reddito in Francia. Queste esperienze negative offrono lezioni utili, e cambiamenti praticabili possono effettivamente permettere di progettare una tassa patrimoniale efficace.

Nella discussione, Tito Boeri ha fatto notare che la riduzione della quota di ricchezza del 50% più basso dall'11,7% al 3,5% è una preoccupazione ancora maggiore, nel contesto italiano. La mobilità sociale è un altro problema perché la probabilità di raggiungere il 10% più elevato partendo dal 10% più basso è solo intorno al 4%. Boeri ha anche sottolineato che i governi dovrebbero concentrarsi sui problemi di riscossione delle imposte, in particolare per quanto riguarda la valutazione degli immobili che non sono a prezzi di mercato e la bassa tassa di successione. Ha proposto che, considerando la disuguaglianza intergenerazionale e l'immobilità sociale, l'imposta di successione può essere riposizionata da "tassa sulla morte" come "tassa per generare opportunità". Infine, Vincenzo Visco ha offerto una prospettiva di natura politica sulla tassazione per finanziare il welfare. Ha fatto notare che mentre l'imposta sul patrimonio non influisce sulle motivazioni a lavorare e a correre rischi, l'imposta sul reddito riduce questi incentivi. Questo rende interessante un'imposta patrimoniale progressiva. Ha anche notato, elaborando l'argomentazione del Prof. Tito Boeri sulla valutazione immobiliare, che ci sono effettivamente osservatori dedicati che aggiornano costantemente i valori del mercato immobiliare che potrebbero quindi essere utilizzati per la valutazione.

Nelle sue osservazioni conclusive, il Prof. Saez ha fatto una nota sull'imposta di successione, affermando che operando essa al momento dell'eredità potrebbe agire troppo tardi, mentre l'imposta sul patrimonio affronta la questione al presente, che è più rilevante in termini di accumulo di ricchezza e potere da parte degli ultra ricchi. Per quanto riguarda le tasse sugli immobili, ha insistito sul punto che solo al vertice della distribuzione del reddito le persone potrebbero avere la liquidità per pagare la tassa, e non nella fascia media. Inoltre, durante la discussione tra l'oratore, i relatori e il pubblico, sono stati sollevati punti impegnativi e stimolanti su come dovrebbe essere impostata la correzione agli attuali livelli di disuguaglianza della ricchezza.