L'anti terrorismo che mette a rischio i valori di tutti
Messe di fronte al pericolo del terrorismo internazionale, le democrazie occidentali non rischiano di soccombere, ma di suicidarsi. Arianna Vedaschi ha dedicato buona parte della ricerca compiuta negli ultimi dieci anni a monitorare questo pericolo. «Ho studiato la reazione delle democrazie avanzate di tradizione liberale di fronte alla minaccia del terrorismo di matrice jihadista e mi sono focalizzata sulle counter-terrorism measures adottate da Stati Uniti, Gran Bretagna e dagli altri paesi dell'Ue, per verificarne la compatibilità con diritti umani e valori cardine della democrazia». È un percorso di ricerca declinato attraverso almeno tre filoni principali. Il primo riguarda gli omicidi mirati, in particolare il caso di Osama Bin Laden, e le consegne speciali a scopo di tortura. Nonostante gli sforzi della dottrina americana di costruire una teoria che le legittimi, spiega Vedaschi, si tratta di misure illegittime sia da una prospettiva di diritto internazionale, sia di diritto costituzionale interno. La seconda declinazione del tema ha a che vedere con le modifiche della normativa sulla privacy e sulla protezione dei dati personali in Europa.
«A fronte di interventi anche invasivi da parte dei governi, la Corte di giustizia europea è riuscita fino a oggi a trovare un equilibrio fra i diritti fondamentali e le pressanti esigenze di sicurezza nazionale». Il terzo filone, collegato al primo, studia il ricorso al segreto di stato. Una volta arrivati in giudizio davanti alle corti statunitensi e a quelle di alcuni paesi dell'Unione europea, i casi di extraordinary renditions sono stati dismessi a causa dell'opposizione del segreto di stato da parte dei governi coinvolti. Il ricorso al segreto è stato però ritenuto illegittimo dalla Corte di Strasburgo, che ha invece fatto appello a un inedito diritto alla verità, intesa non come verità solo processuale, ma collettiva, cioè a beneficio dell'opinione pubblica. «Il peggior rischio che le democrazie liberali mature corrono non è la sconfitta da parte del terrorismo internazionale. Anzi, hanno dimostrato di poter battere questo nemico sul campo di battaglia. Il rischio è piuttosto che uccidano se stesse, tradendo i principi che ne definiscono l'identità».
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