Investire tempo nei figli paga
I figli che crescono in famiglie dotate di maggiori risorse economiche hanno accesso a migliori opportunità educative. Esiste però un altro input nel processo di accumulazione del capitale umano dei figli che raramente viene preso in considerazione: il tempo dedicato loro dai genitori. L'evidenza empirica secondo cui padri e madri più istruiti non danno solo più risorse finanziarie ai figli, ma tendenzialmente anche più tempo destinato al consolidamento del capitale umano ha dato il via a Distributional Aspects of Parental Time with Children: Evidence from the Multinational Time Use Study (1961-2011), uno studio interdisciplinare firmato da Alessandra Casarico, professore associato di scienza delle finanze alla Bocconi, con l'economista Alessandro Sommacal e la sociologa Evrim Altintas.
I dati analizzati provengono dal Multinational Time Use Study, una serie di indagini sull'uso del tempo svolte negli ultimi cinquant'anni in venti paesi. I dati utilizzati riguardano madri e padri sposati o conviventi, con figli sotto i 5 anni. "Quel che accade in quella fascia d'età", spiega Casarico, "ha effetti di lungo periodo sulla performance a scuola e nel mercato del lavoro". A differenza di altre ricerche che si sono concentrate sul tempo medio dedicato ai figli, il paper investiga quel che accade lungo tutta la distribuzione, anche utilizzando indici sintetici come quello di Gini, per comprendere cosa è successo alla disuguaglianza nell'uso del tempo negli ultimi cinquant'anni in diversi paesi.
"I risultati mostrano che la disuguaglianza nella distribuzione del tempo dedicato dai padri è sempre stata maggiore rispetto a quella delle madri, ma nell'ultimo decennio il divario si è assottigliato, grazie a una riduzione nella disuguaglianza nel tempo dei padri. Riduzione guidata però unicamente dal comportamento dei papà più istruiti. La disuguaglianza nell'uso del tempo è inoltre correlata positivamente alla disuguaglianza di reddito e negativamente alla spesa pubblica per le famiglie e alla frequenza alla scuola dell'infanzia, evidenziando come in alcuni paesi, Stati Uniti in testa, siano molteplici gli elementi di rischio nella prima infanzia che possono influenzare negativamente l'accumulazione di capitale umano".
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