I controllori che anticipano il rischio di crisi
Addio, fallimento. Nel 2019 il termine è stato sostituito per legge con l'espressione liquidazione giudiziale. È una delle novità formali introdotte dal Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Ce ne sono anche di sostanziali che mirano a rendere più efficace la prevenzione dell'insolvenza. «Affrontare la crisi prima che diventi irreparabile e assicurare la continuità aziendale sulla base di un piano di risanamento aumenta le chance di trovare soluzioni vantaggiose per tutti i soggetti coinvolti», spiega Marcello Gaboardi, assistant professor alla Bocconi. Fra i nuovi controllori della salute finanziaria e patrimoniale delle imprese ci sono i creditori pubblici qualificati come l'Agenzia delle entrate e gli enti previdenziali. Sono obbligati a dare comunicazione della situazione di debolezza dell'impresa. In caso di non osservanza dell'obbligo, rischiano di perdere lo status di creditori privilegiati.
La legge istituisce, inoltre, un organismo di composizione della crisi d'impresa che, sulla falsariga degli organismi di mediazione delle liti civili, deve cercare una soluzione conciliativa con i creditori. Gaboardi è però scettico circa la sua efficacia: «Gli organismi di mediazione hanno uno scarso impatto non solo per la forte litigiosità delle parti, ma per le scarse conoscenze dei principi e delle tecniche della mediazione. Per non dire dei casi in cui i creditori sono centinaia o, a volte, migliaia e una mediazione di questo tipo appare difficoltosa». Oltre a introdurre un unico canale processuale di accesso a tutte le procedure, che si tratti di crisi o di insolvenza, la legge tiene conto dell'evoluzione della figura del debitore che nel 1942, anno dell'impianto originario della legge fallimentare, era nella maggior parte dei casi un imprenditore individuale. La riforma rafforza la disciplina del fallimento delle società e aggiunge una nuova disciplina relativa ai gruppi di società che attribuisce un ruolo centrale alle azioni di responsabilità promosse dai creditori di una società controllata nei confronti della controllante.
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