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Gli effetti dei finanziamenti straordinari su concorrenza e fallimenti

, di Emanuele Elli
L'esito delle procedure d'urgenza attuate durante la pandemia, si capira' nel lungo termine, ma potrebbero determinare effetti distorsivi sul mercato in caso di assenza di efficienti meccanismi di controllo

Molte delle procedure d'urgenza attuate durante la fase acuta della pandemia mostreranno i loro effetti (positivi o negativi) a lungo termine. La scelta di differire l'entrata in vigore del Codice della crisi di impresa e di insolvenza (che modifica radicalmente l'impianto della legge fallimentare) è anch'essa legata alla situazione derivante dalla pandemia, ma lascia prevedere inevitabili ricadute sulla disciplina dei fallimenti, anche in relazione al decreto 118/2021 che pure interviene in materia. Il tema è al centro degli studi più recenti di Francesco Mucciarelli, docente di Diritto Penale, e prosegue sulla scia degli articoli già dedicati all'esame dei decreti emessi nel 2020 per disciplinare i programmi di finanziamento e fronteggiare la crisi delle imprese.

"Questi provvedimenti dovevano garantire l'equilibrio tra due esigenze: intervenire con celerità per immettere liquidità nel sistema e contemporaneamente evitare che imprese potessero accedere in modo fraudolento a tali sussidi", riassume Mucciarelli. Trovare il punto di equilibrio è molto rilevante: l'assenza di efficienti meccanismi di controllo può determinare effetti distorsivi sul mercato, consentendo a imprenditori con meno scrupoli di acquisire illecite posizioni di vantaggio concorrenziale con danno per tutto il sistema economico.

"Garantire una concorrenza corretta è principio fondamentale in qualsiasi sistema capitalistico", spiega il docente. "A maggior ragione in un contesto di emergenza nel quale, davanti alla paralisi delle produzioni e del mercato, è stata seguita una soluzione di stampo keynesiano, qui declinata nella forma di immissione di liquidità nel mercato attraverso forme di garanzia pubblica. In estrema sintesi, la soluzione adottata in molti di questi provvedimenti è consistita nel fissare parametri di accesso, affidando i controlli a un momento successivo". Nel tempo a venire si tratterà di verificare l'esito di questi controlli e gli effetti che eventuali comportamenti fraudolenti potranno riflettersi sui reati fallimentari.

"Analizzando i dati, per esempio, potremo sapere quante imprese erano effettivamente in una situazione di continuità aziendale, come prevedevano i requisiti per accedere ai finanziamenti. In considerazione della crisi, il legislatore consentiva infatti agli imprenditori di dichiararsi in continuità aziendale non basandosi sui bilanci 2020 ma su quelli al 31.12. 2019. Se, tra qualche anno, qualcuna di tali imprese dovesse fallire, sarà decisivo valutare la correttezza di tali dichiarazioni".