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Fuori dalla crisi ripristinando la trasparenza dei bilanci bancari

, di Fabio Todesco
Un'analisi di Brunella Bruno ed Elena Carletti per il Parlamento europeo su come allentare le misure di sostegno COVID al sistema bancario

Le autorità monetarie europee sono state capaci di dispiegare efficaci misure straordinarie per sostenere l'economia durante la crisi da COVID-19 e hanno saputo mantenere la capacità delle banche di fornire fondi alle imprese. La fase di allentamento di misure di sostegno come le moratorie sul debito, però, potrebbe risultare problematica. Da un lato, uno stop brusco potrebbe vanificare la capacità delle imprese di ripagare il debito; dall'altro, mantenere in vigore le moratorie troppo a lungo potrebbe mascherare il deterioramento non temporaneo del merito di credito di un'impresa, sviluppare una cultura del non pagamento anche tra i debitori solventi e rendere più opachi i bilanci delle banche.

Due docenti del Dipartimento di Finanza della Bocconi, Brunella Bruno ed Elena Carletti, sono coautrici, con Thorsten Beck (The Business School, University of London), di una "in-depth analysis" sulla questione, richiesta dalla Commissione Affari Economici e Monetari (ECON) del Parlamento Europeo.

"Nel disegnare le strategie di uscita, un obiettivo di primo ordine dovrebbe essere quello di ripristinare la trasparenza dei bilanci bancari", scrivono. Infatti, in caso di deterioramento del merito di credito dei debitori, una moratoria prolungata comprometterebbe la capacità delle banche di classificare correttamente il rischio dei loro prestiti e aumenterebbe la loro esposizione ai rischi futuri. La qualità dei loro bilanci diventerebbe difficile da valutare e monitorare e la loro capacità di concedere prestiti sarebbe ridotta.

"Avendo questo in mente, un primo, importante passo, dovrebbe essere una graduale eliminazione di misure di sostegno ai debitori, come le moratorie, per poi passare all'allentamento di altre misure. Questo è importante per ristabilire i corretti incentivi di screening/monitoraggio, favorire il riconoscimento dei non-performing loans e, quindi, promuovere un adeguato accantonamento per le perdite sui prestiti", scrivono gli autori. "Facendo questo, si ridurrebbe il rischio di cattiva allocazione del credito (zombificazione inclusa) che invece aumenterebbe, con ogni probabilità, se le misure generalizzate di sostegno ai debitori rimanessero in vigore troppo a lungo".

Il secondo passo che gli autori suggeriscono è l'eliminazione dell'attuale rilassamento delle politiche di classificazione e accantonamento dei prestiti. Chiedere alle banche di ricostruire le loro riserve di capitale, assottigliatesi nelle prime fasi della pandemia, dovrebbe essere uno degli ultimi passi del processo di allentamento delle misure in vigore.