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Festeggiamo il Pride, Turing e la presenza LGBTQ nelle discipline STEM

, di Luca Trevisan, professore ordinario di informatica
Nell'anniversario della nascita di Alan Turing, padre dell'informatica perseguitato in quanto gay e anticipatore dell'intelligenza artificiale, una riflessione su come siano cambiate le cose, negli ultimi decenni, per gli studiosi dei suoi campi

Questo giugno è il mese del Pride, che celebra il 52° anniversario della rivolta di Stonewall, l'evento che ha segnato l'inizio del moderno movimento per i diritti LGBTQ. Questo mese segna anche il 109° anniversario della nascita di Alan Turing (23 giugno 1912), il matematico britannico, decifratore di codici, padre dell'informatica e pioniere dell'intelligenza artificiale e della biologia computazionale. Grazie a un pensiero sempre in anticipo sui tempi, Turing avrebbe probabilmente dato contributi rivoluzionari all'informatica negli anni '60 e '70 se, perseguitato per la sua omosessualità, non fosse morto, probabilmente suicida neppure 42enne, nel giugno 1954. Oggi la Banca d'Inghilterra celebra lo scienziato lanciando una nuova banconota da 50 sterline con l'immagine di Turing (vedi foto sopra).

Nel 2012, in vista del centenario della sua nascita, una serie di iniziative furono pianificate in tutto il mondo per celebrare l'eredità di Alan Turing. La maggior parte di queste iniziative prese la forma di conferenze, in cui ricercatori attivi in una delle aree influenzate dal lavoro di Turing raccontavano come il loro campo si fosse evoluto negli ultimi decenni.

In queste celebrazioni mancava una questione chiave dell'eredità di Turing: come sono cambiate le cose, negli ultimi decenni, per i ricercatori LGBTQ che lavorano nell'informatica e in altri campi aperti da Turing?

Per riempire questo vuoto, dissi a diversi miei amici e colleghi che avremmo dovuto "mettere un pizzico di gay nel centenario di Turing" e raccontare storie di studiosi di informatica teorica LGBTQ. Diversi colleghi gay e lesbiche risposero a questo appello, e così fece anche un amico etero, e raccolsi i loro saggi nel mio blog. Si possono trovare su:

https://lucatrevisan.wordpress.com/tag/turing-centennial/

Rileggendo questi saggi dopo nove anni, è inevitabile osservare i cambiamenti culturali che hanno avuto luogo da allora. Le discriminazioni delle coppie dello stesso sesso nelle norme sull'immigrazione e in altri aspetti che influenzano la ricerca accademica erano un grosso problema nel 2012. Nel 2021, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legge nella maggior parte dei paesi occidentali, ma purtroppo non in Italia (ma anche in Italia, con le unioni civili, sono assicurati molti dei privilegi e dei doveri del matrimonio). Nove anni fa, nessuno dei miei intervistati era trans, mentre ora conosco un certo numero di informatici teorici trans, tra cui alcuni miei studenti.

Diverse questioni, tuttavia, rimangono attuali oggi come lo erano nove anni fa.

Un tema comune nei contributi era che le persone avevano percepito che la loro comunità fosse molto favorevole al loro coming out, ma non sapevano che cosa aspettarsi, e avevano vissuto il loro coming out come un salto nel buio. Penso che, nella maggior parte dei campi STEM, entrambe le dinamiche siano comuni: c'è una calda accettazione della diversità, ma mancano consapevolezza e discussione, così che ogni generazione di giovani studiosi deve fare un salto nel buio quando fa coming out. Credo nell'importanza della visibilità LGBTQ nelle discipline STEM, per mitigare quest'ultimo problema.

Irit Dinur, una professoressa del Weizmann Institute in Israele, elaborò un parallelismo tra il senso di "ritorno a casa" in una comunità che ha provato la prima volta che ha partecipato ad una celebrazione del Pride, e il senso di "ritorno a casa" in una comunità che ha provato quando ha iniziato gli studi postuniversitari. Non avevo mai pensato a questo parallelo prima che lei ne scrivesse, ma corrisponde molto alla mia esperienza. Ashwin Nayak, un professore dell'Università di Waterloo in Canada, scrisse un racconto personale e profondamente toccante sugli anni del suo coming out come studente a Berkeley e come postdoc al Caltech.

Spero che, per il bicentenario di Turing, e auspicabilmente molto prima, la presenza LGBTQ nelle discipline STEM possa essere più visibile e orgogliosa, contribuendo ad abbattere gli stereotipi sia sulle carriere STEM che sulle persone LGBTQ, come parte di un più ampio progresso della società oltre la stigmatizzazione, la discriminazione e gli stereotipi, in modo che tutti gli individui possano giustamente sentire che tutti i percorsi di vita gli sono aperti, indipendentemente dalla particolare intersezione di caratteristiche che rende unica ogni persona. Buon Pride a tutti!