Un sessantotto
"Questa non è una storia del Sessantotto. Non è un racconto di eventi, conflitti, discorsi di quegli anni, bensì la proposta di un'interpretazione". Così esordisce Michele Battini nel presentare la sua ultima fatica Un sessantotto (UBE – Università Bocconi Editore 2018; 132 pagg; 15,50 euro).
La sconfitta del Sessantotto fu l'anticipazione della sconfitta definitiva del movimento operaio ufficiale e dei suoi partiti, alla fine degli anni Ottanta. Da quel movimento però si sarebbero potute sviluppare una cultura e una pratica politiche diverse, fondate su un'idea di democrazia partecipativa e deliberativa.
Sulla base dell'analisi di una selezione di fonti, l'autore tratteggia un'immagine significativa del bagaglio intellettuale dei protagonisti nella fase aurorale della rivolta studentesca.
Srotolando all'indietro il film della storia, vengono ricostruite le straordinarie potenzialità, i profondi limiti e lo slittamento di quel movimento verso una radicalizzazione destinata alla sconfitta.
Michele Battini è professore ordinario di Storia contemporanea e Storia della politica presso l'Università di Pisa. È stato ricercatore e docente presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, sino al 2000, e Visiting Professor presso molti istituti
internazionali, tra i quali École Normale Supérieure di Parigi, Columbia University di New York, Remarque Institute New York University, Hebrew University di Gerusalemme. I suoi ultimi libri sono Socialism of Fools. Capitalism and Modern Antisemitism
(2016) e Utopie et tyrannie. Repenser l'histoire du socialisme européen: Voyage dans les archives Halévy (2017).
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