Taglio dei genitali femminili: una norma sociale persistente e dannosa
Le norme tradizionali sono una parte essenziale della vita in molti Paesi in via di sviluppo. Hanno un ruolo economico cruciale nel compensare i fallimenti del mercato (per esempio, sostenendo i prestiti informali o la fornitura collettiva di beni pubblici), ma possono anche costituire un serio ostacolo allo sviluppo economico. Le organizzazioni internazionali e una serie di ricerche recenti richiamano l'attenzione sugli effetti dannosi delle cosiddette "pratiche tradizionali dannose", come i matrimoni infantili, precoci e forzati, il taglio dei genitali femminili (FGC), che colpiscono quotidianamente milioni di donne nell'Africa subsahariana, in Asia e nei Paesi del Medio Oriente. Le norme dannose hanno implicazioni drammatiche dirette, soprattutto per le giovani donne, sull'accumulo di capitale umano, sull'empowerment e sul benessere, perpetuando così lo squilibrio di potere tra i sessi e ostacolando il potenziale di crescita di un Paese.
Ad esempio, il Taglio Genitale Femminile (FGC), la pratica di rimuovere parte o tutti i genitali femminili esterni per motivi non medici, ha gravi conseguenze sulla salute delle ragazze sia nell'immediato che nel lungo periodo, come dolore, sanguinamento eccessivo, infezioni, problemi urinari e di guarigione delle ferite, complicazioni del parto e disturbi mentali. Secondo l'Indagine demografica e sanitaria (dati del 2013), la FGC ha anche un impatto socio-economico: le donne mutilate hanno meno probabilità di conseguire un'istruzione secondaria e di avere un reddito elevato e sono più soggette a violenza domestica. Nonostante queste drammatiche conseguenze, oltre 200 milioni di donne vengono mutilate in tutto il mondo (UNICEF, 2022). L'usanza è diffusa soprattutto in Africa e in Medio Oriente ed è quasi universale in alcuni Paesi: oltre il 90% delle donne viene tagliato in Somalia, Guinea, Gibuti, Eritrea, Sudan, Egitto e Sierra Leone.
Perché la FGC persiste nel tempo oltre alle sue conseguenze dannose per le donne? Una potenziale spiegazione riguarda il ruolo delle credenze delle persone nel sostenere la norma. Gli psicologi sociali descrivono come "ignoranza pluralistica" un contesto in cui gli individui vogliono privatamente cambiare il loro comportamento, ma pensano erroneamente che la maggioranza degli altri membri della comunità preferisca mantenere quello esistente (Bursztyn et al., 2020). Un'altra potenziale ragione alla base della persistenza della FGC è che, anche se gli individui avessero le convinzioni corrette, potrebbe esserci un fallimento nel coordinamento: nessuno vuole essere il primo ad abbandonare la norma prevalente, per paura di sanzioni sociali. Un altro gruppo di ricerche sottolinea il valore intrinseco del taglio come segnale di fedeltà sessuale, partendo dal presupposto che gli uomini apprezzano maggiormente le donne tagliate sul mercato matrimoniale (Chesnokova e Vaithianathan, 2010; Wagner, 2015). Infine, studi antropologici suggeriscono che la FGC potrebbe essere solo parte della propria identità religiosa o culturale (Shell-Duncan e Hernlund, 2000), ma questa idea non è stata ancora testata quantitativamente.
Uno studio recente indaga sulle origini storiche della FGC e sul legame tra FGC e tratta degli schiavi. Tra il 1400 e il 1900, circa 18 milioni di schiavi sono stati esportati dall'Africa lungo quattro rotte principali: il Mar Rosso, l'Atlantico, la rotta sahariana e quella indiana. L'ipotesi testata è che le donne appartenenti a gruppi etnici storicamente esposti alla rotta del Mar Rosso della tratta degli schiavi africani abbiano una maggiore probabilità di essersi sottoposte a questa pratica. Sulla rotta del Mar Rosso della tratta degli schiavi le donne venivano vendute come concubine negli harem del Medio Oriente e l'infibulazione veniva utilizzata per garantire la loro castità e verginità durante il lungo viaggio degli schiavi. Ciò suggerisce che la FGC è profondamente radicata nella cultura di molte comunità.
In linea con questi risultati, un recente lavoro propone uno studio di controllo randomizzato per valutare un programma volto a ridurre la FGC mantenendo la componente culturale. In Sierra Leone, dove l'89% delle donne viene tagliato, la FGC fa parte di una cerimonia di iniziazione alle società segrete femminili, chiamata "Bondo", necessaria per il passaggio delle ragazze alla condizione di donna. Lo studio coinvolge madri di bambine tra i 7 e i 15 anni e valuta due tipologie di intervento: la prima consiste nel fornire informazioni visive sulle conseguenze sanitarie e socio-economiche della FGC, mentre la seconda mira a sensibilizzare le bambine sulla possibilità di aderire a un rituale di iniziazione alternativo. L'alternativa, denominata "Bondo senza taglio", è un modo per mantenere un senso di identità culturale eliminando la parte dannosa del rituale. Entrambi gli interventi sembrano avere successo: la percentuale di ragazze tagliate e la percentuale di madri che intendono tagliare le proprie figlie sono diminuite del 25% in tre anni.
Questi risultati suggeriscono la fattibilità di approcci dal basso verso l'alto in cui le comunità riflettono sui costi della FGC e su rituali alternativi che preservano l'identità culturale.