Sola andata
I politici, anche onesti, vogliono almeno essere rieletti. Cercano quindi di spendere il più possibile e in tutti i modi possibili. E, se possibile, in modo che gli elettori percepiscano chiaramente chi devono ringraziare per i benefici che arrivano loro da queste spese.
"E che cosa è meglio delle grandi infrastrutture a questo fine?" si domanda Marco Ponti in Sola andata (Università Bocconi Editore - UBE 2017; 144 pagg.; 15,50 euro), con la prefazione di prefazione di Werner Rothengatter.
Si vedono, si inaugurano con grandi cerimonie mediatiche, fanno contenti i costruttori, gli utenti (anche se quelli reali sono relativamente pochi) e i politici locali. Occupano gente e non attirano la concorrenza di imprese straniere, le opere pubbliche infatti sono molto locali.
È così ovunque nel mondo. Il fatto che spesso possano essere soldi sprecati, cioè che generino molti più costi che benefici per la collettività, interessa pochissimo, e misurare questo scarto è pericoloso. Proprio in termini di consenso.
Marco Ponti, laureato al Politecnico di Milano, dopo anni di studio negli Stati Uniti e di lavoro nel settore dei trasporti in giro per il mondo, è diventato professore ordinario (ora in pensione) di Economia applicata presso lo stesso Politecnico. Ha costruito la sua carriera tra la ricerca, l'insegnamento e l'attività di consulenza per amministrazioni e società pubbliche sempre nel settore dei trasporti, collaborando tra l'altro con la Banca Mondiale, l'OCSE e la Commissione Europea. Commentatore e opinionista, è noto per il tono schietto e tagliente delle sue posizioni.
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