Perche' ci serve una nuova prospettiva sulla poverta'
Se i governi di tutto il mondo avessero aspettato i dati ufficiali sulla povertà prima di affrontare il calo di reddito dovuto alla pandemia di COVID-19 nel primo trimestre del 2020, avrebbero agito troppo tardi - probabilmente a 2021 inoltrato. Infatti, i dati sulla povertà sono misurati e pubblicati una volta l'anno, e con un ritardo notevole.
La riduzione della povertà è di fondamentale importanza per la società. La spinta a ridurre o eliminare la povertà è stata al centro di molte campagne nazionali e internazionali di alto livello: un obiettivo di riduzione della povertà è stato inserito negli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, nella strategia "Europa 2020" dell'UE, nella "promessa di eliminare la povertà infantile" del Regno Unito e, negli Stati Uniti, nella "guerra alla povertà" del presidente Lyndon B. Johnson. Ma come dovremmo misurare e comprendere il concetto di povertà, così come i meccanismi sociali attraverso i quali si riproduce?
Zachary Parolin, Assistant Professor del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche della Bocconi, ha ottenuto un ERC Starting Grant da 1,4mln di euro dall'European Research Council per ExpPov - The Experience of Poverty in the Post-Industrial Economy, un progetto di ricerca che mira a trovare un nuovo approccio concettuale per comprendere la povertà e un nuovo quadro metodologico per la raccolta di dati relativi all'esperienza della povertà.
La volatilità mensile del reddito e del benessere minaccia l'utilità di una misura annuale della povertà da ben prima della pandemia, e non è l'unico aspetto poco studiato della povertà nelle società moderne.
"Oltre a valutare la crescente volatilità del reddito," dice Parolin, "questo progetto renderà più completa la misurazione della povertà per prendere in considerazione altre dimensioni di disagio e di necessità. I costi di alloggio, per esempio, variano ampiamente all'interno dei paesi e tendono a costituire un'ampia quota della spesa dei residenti, in particolare nelle città più care, eppure non sono presi in considerazione nella maggior parte delle misure della povertà."
Inoltre, nelle società post-industriali, la povertà tende ad essere iper-concentrata in certi quartieri, un fatto che può sfuggire al rilevamento se i dati sono raccolti per aree o regioni più ampie.
Infine, l'aumento del gig-work e del lavoro atipico ha provocato un aumento dell'incertezza, che le indagini tradizionali sul reddito fanno fatica a misurare. Il progetto di Parolin studierà come la povertà sia associata a queste nuove forme di occupazione.
L'innovativo quadro di raccolta dati sulla povertà proposto dal progetto permette di abbinare inequivocabilmente gli intervistati ai codici postali per indagare le conseguenze sociali della concentrazione geografica della povertà nell'Unione Europea. La povertà, a sua volta, non è strettamente misurata in termini di reddito, ma include altri aspetti, come i costi di alloggio, la ricchezza, l'accesso ai servizi in natura e altri indicatori del benessere soggettivo e fisico degli individui.
La povertà è comunemente interpretata come un effetto della famiglia, del mercato e dello stato (cioè un risultato delle relazioni familiari, delle condizioni del mercato del lavoro e degli interventi di politica sociale), mentre Parolin sottolinea che la causalità potrebbe anche correre nella direzione opposta. "Un grande vantaggio di questo progetto," dice, "è la sua capacità di abbinare gli intervistati ad aree geografiche iper-locali per indagare come la concentrazione della povertà influenzi il mercato del lavoro, le relazioni familiari e l'efficacia delle politiche sociali. Ognuno di questi aspetti è, a sua volta, associato all'esperienza della povertà."