Macchine intelligenti
"Nel 1950 il matematico inglese Alan Turing si poneva una domanda: le macchine possono pensare? Quella di Turing era una capacità intuitiva sovraumana se si pensa che 66 anni fa non esistevano i microchip ma si lavorava ancora sui transistor. Il tempo è trascorso e si è entrati nel nuovo secolo e quella originaria domanda, rifatta sedici anni fa e adattata ai tempi, è diventata: le macchine sapiens sono amiche o nemiche dell'uomo? La risposta è che l'evoluzione dell'intelligenza artificiale viene percepita più come un pericolo", così si legge nella prefazione a cura di Massimo Sideri di Macchine intelligenti. Watson e l'era del cognitive computing (Egea 2016; 144 pagg.; 17 euro; 11,99 epub), il nuovo libro di John E. Kelly III e Steve Hamm .
Ai nostri giorni si può dire che stiamo varcando una nuova frontiera nell'evoluzione dell'elaborazione dati, stiamo entrando nell'era dei sistemi cognitivi. A dirlo sono gli stessi autori il cui contributo è valso a riportare il dibattito ad una domanda utile: le macchine cognitive sapranno predire un tumore meglio di un essere umano? Permetteranno di intervenire più velocemente, grazie a big data, in caso di pandemia?
La vittoria di Watson, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da IBM (il cui nome è quello del primo presidente di IBM), al quiz televisivo statunitense Jeopardy (una gara di cultura generale tra diversi concorrenti), ha rivelato come ricercatori e ingegneri, in ogni parte del mondo, stiano spingendo i confini della scienza e della tecnologia fino a creare macchine che sentono, imparano, ragionano e interagiscono in modi inediti con le persone, dando loro suggerimenti e consigli.
"I sistemi cognitivi", affermano gli autori, "promettono di penetrare nella complessità e aiutare persone e organizzazioni a prendere decisioni migliori. Di questa tecnologia gli autori descrivono aspetti interni ed esterni, spiegandoci come ci aiuterà a capire e dominare appunto i big data, una delle più grandi sfide nell'elaborazione delle informazioni che imprese e governi dovranno affrontare nei prossimi decenni.
"Lo sviluppo della nuova era del computing è un'impresa monumentale", continuano gli autori, "e sebbene IBM possieda una visione del futuro e un ampio portafoglio di competenze nessuna azienda è in grado di affrontare questa sfida da sola". Ecco allora che anche Google e Microsoft si stanno ritagliando un ruolo nell'era del cognitive computing. La stessa Unione Europea sta coordinando scienziati cognitivi di tutto il mondo per studiare il funzionamento del cervello umano e simularlo al computer.
Coinvolgente e appassionato, il libro, pensato anche per il grande pubblico, ispirerà decisori pubblici, università e imprese tecnologiche di tutto il mondo a lavorare insieme per alimentare questa eccitante ondata di innovazione.
John E. Kelly III è Senior Vice President Cognitive Solutions and Research di IBM. In questo ruolo, il suo impegno è focalizzato sugli investimenti dell'azienda destinati ai settori più strategici e in più rapida crescita nel mercato dell'information technology. Il suo portfolio di responsabilità include IBM Analytics, IBM Commerce, IBM Security e IBM Watson, oltre che IBM Research e il team aziendale che si occupa di proprietà intellettuale. Ha inoltre un ruolo di supervisione sullo sviluppo delle unità di business dedicate alle soluzioni a servizio del cliente in specifici settori, a cominciare da IBM Watson Health, lanciato nell'aprile 2015 e il cui Centro di Eccellenza Europeo avrà presto sede in Italia.
Steve Hamm, scrittore ed esperto di videografica, giornalista di business e tecnologia, già caporedattore di BusinessWeek e Chief Storyteller di IBM, è autore di due libri: Bangalore Tiger. How Indian Tech Upstart Wipro is Rewriting the Rules of Global Competition (2007) e The Race for Perfect. Inside the Quest to Design the Ultimate Portable Computer (2008).
Acquista il volume online
Scarica la copertina online