Legale e' meglio. Come ridurre il tasso di criminalita' tra gli immigrati
I policy maker hanno difficoltà a valutare le implicazioni delle barriere all'immigrazione sulla criminalità. Da un lato, politiche di apertura, come facilitare l'accesso degli immigrati allo status legale, potrebbero aumentare il crimine precludendo l'espulsione di potenziali criminali stranieri. Dall'altra, politiche di questo genere migliorano le opportunità degli immigrati, attenuando l'incentivo a intraprendere attività criminali. Perciò, determinare l'effetto dello status legale sulla criminalità è, in ultima analisi, una sfida empirica, che Paolo Pinotti (Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico) e Giovanni Mastrobuoni (Collegio Carlo Alberto) raccolgono nel working paper Migration Restrictions and Criminal Behavior: Evidence from a Natural Experiment.
Lo stesso Pinotti con Milo Bianchi, Université Paris Dauphine, e Paolo Buonanno, Università di Bergamo aveva evidenziato che l'impatto dell'immigrazione sulla criminalità riguarda solo le rapine e non è significativamente diverso da zero in Do Immigrants Cause Crime? (Journal of the European Economic Association, Volume 10, Issue 6, pages 1318-1347, December 2012, doi: 10.1111/j.1542-4774.2012.01085.x).
Pinotti e Mastrobuoni radicano la loro strategia empirica su un modello teorico della criminalità coerente con il trade-off di cui s'è detto. In generale il problema scientifico più serio è la selezione endogena degli immigrati che raggiungono lo status legale. Per eliminare questa distorsione, gli autori sfruttano un esperimento naturale, ovvero l'ultima tornata di allargamento dell'Unione europea. Di fatto, utilizzano i dati individuali degli immigrati che hanno beneficiato di un'amnistia portata a termine in Italia cinque mesi prima dell'allargamento. L'effetto asimmetrico dell'allargamento per le diverse nazionalità consente di stimare l'effetto causale dello status legale sul comportamento criminale, misurando i tassi di criminalità post-rilascio degli stranieri amnistiati. Più precisamente, gli autori si focalizzano sulle differenze nella possibilità di reincarcerazione di detenuti amnistiati dei paesi nuovi entranti nell'Unione e di un gruppo di controllo di paesi solo candidati all'ingresso, prima e dopo l'allargamento dell'Unione.
I risultati suggeriscono che l'ottenimento dello status legale diminuisce la recidiva. La possibilità di incarcerazione diminuisce, infatti, dal 5,8% al 2,3% per rumeni e bulgari dopo l'ottenimento dello status legale conseguente l'allargamento, rispetto all'assenza di cambiamenti per i cittadini dei paesi solo candidati. Questo risultato si riferisce a criminali incarcerati per crimini motivati dalle condizioni economiche. Gli autori testano anche l'ipotesi che le opportunità di accesso a un reddito legittimo aumenti il costo opportunità del crimine. L'analisi empirica conferma tale congettura, dal momento che la differenza nelle probabilità di incarcerazione tra i due gruppi di immigrati è maggiore nelle aree geografiche caratterizzate da migliori opportunità di reddito per gli immigrati.