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La tecnologia digitale non divide, ma unisce

, di Susanna Della Vedova
A dirlo e' il sociologo Francesco Morace in ConsumAutori,.Dall'analisi dei nuclei generazionali, all'importanza di una comunicazione veloce che arrivi a persone specifiche per eta' e classe. Con la rete che amplia e rafforza i contenuti una crescita felice sara' possibile

In un'analisi sulle generazioni concepita nell'era del digitale, il primo passo riguarda la straordinaria facilità con cui la Rete permette il rafforzamento di nuove relazioni tra le generazioni tra soggetti di età, classe, censo molto diversi. La tecnologia digitale, invece di dividere, ha unito e la crescita felice sarà possibile solo partendo da questa evidenza.

"Bisogna conoscere i nuclei generazionali", afferma il sociologo Francesco Morace in ConsumAutori. I nuclei generazionali (Egea 2016; 200 pagg.; 22,50 euro), e ne individua 16: dai pre adulti, la generazione Z dei nativi digitali, fino ai longevi, ovvero la generazione dei Boomers e dei super adulti ultrasettantenni, passando per la generazione Y dei Millennnians post capitalisti a quella X dei post ideologici.

La relazione virtuosa tra le generazioni costituisce un passo rilevante verso le nuove strategie vitali e creative che implicano anche la capacità di gestire in prima persona le sfide più avanzate e innovative. Perciò diventa molto importante, nei progetti di crescita, alimentare connessioni inaspettate, esattamente come fa la Rete. E' in questo senso che la sfida della crescita felice sta ormai acquisendo i tratti di una ricerca esistenziale in cui saltano i riferimenti classici e acquisiscono importanza i gesti e le parole di ciascuno.
"Siamo nel campo dei ConsumAutori" dice l'autore, "nuclei generazionali creativi che si scambiano esperienze e che pongono al centro l'esperienza di ogni singolo individuo".
La rivolta contro la manipolazione, a partire dai più giovani, è ormai sottotraccia ed esploderà: ciascuno desidera personalizzare, senza essere costretto a farlo. Quanta più importanza viene data all'esperienza e alla personalizzazione, tanto più cresce la consapevolezza che l'esperienza non può essere manipolata e che la personalizzazione la fanno le persone e non le brand.

La personalizzazione verrà gestita dalle persone che diventano ConsumAutori. Le aziende dovranno limitarsi a proporre il meglio delle loro visioni, dei loro servizi, dei loro prodotti, sul filo dell'eccellenza. E' su questa base che la crescita felice si realizzerà, e il mondo digitale dovrà amplificare e rafforzare la qualità di questi contenuti.

"La Rete già oggi è alimentata più dalla riconoscenza, che dall'insulto: ma non ce ne rendiamo conto" dice Morace. "Si parla di riconoscenza nell'ambito dei rapporti personali tra amici e quasi mai nella relazione tra brand, imprese e consumatori. Si è riconoscenti nei confronti di qualcuno che ci sorprende e ci commuove per qualcosa che non era dovuto.
Nella riconoscenza ritroviamo un elemento psicologico decisivo che difficilmente può essere programmato a tavolino. Gli elementi chiave della comunicazione dei prossimi anni saranno ricchezza e velocità, capacità di generare contenuti, storie e racconti che arrivino a persone specifiche attraverso canali diversi con sempre maggiore efficacia e sempre minore disturbo. "Stimolanti, tempestivi, autentici: come i nuovi ConsumAutori che, prima poi", conclude Morace, "il potere finiranno per prenderlo".

Francesco Morace, sociologo e saggista, lavora da oltre trent'anni nell'ambito della ricerca sociale e di mercato. Fondatore e presidente di Future Concept Lab, è consulente di aziende e istituzioni italiane e internazionali.

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