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La nuova vita delle comunita' energetiche, tra autoproduzione e condivisione

, di Andrea Costa
Un quadro normativo piu' chiaro sta aiutando queste forme di aggregazione volontaria ad avere un impatto sempre piu' forte verso un'economia dell'energia sostenibile

Le comunità energetiche rappresentano una nuova forma di organizzazione e gestione dell'energia che coinvolge diversi attori all'interno di una comunità locale. Sono modelli di autoconsumo collettivo e di condivisione dell'energia prodotta localmente che comportano un forte coinvolgimento di cittadini, imprese e autorità locali nel loro sviluppo e implementazione.

Le prime comunità energetiche si svilupparono a partire dalla fine del XIX secolo in diversi paesi europei (in particolare in Italia come iniziative di comunità per l'elettrificazione delle aree alpine), per poi essere riproposte con lo sviluppo delle fonti rinnovabili (negli anni '70 in Danimarca si affermarono le prime cooperative eoliche). A partire dagli anni 2000 si sono sviluppate come iniziative dal basso e come nuovo possibile paradigma per l'impegno dei cittadini e comunità locali nella transizione energetica.

Le ultime Direttive europee definiscono per la prima volta le comunità energetiche come entità giuridiche e attori attivi nei sistemi energetici europei, dando l'avvio a un processo di sviluppo di nuove iniziative e di evoluzione del settore nei vari paesi membri, inclusa L'Italia.

Chiara Candelise, del centro di ricerca GREEN della Bocconi, autrice dell'articolo Status and Evolution of the Community Energy Sector in Italy insieme a Gianluca Ruggieri dell'Università dell'Insubria, si dedica da tempo allo studio delle comunità energetiche. Sempre con Ruggieri, ha scritto anche il saggio The Community Energy Sector in Italy: Historical Perspective and Recent Evolution apparso nel libro Renewable Energy Communities and the Low Carbon Energy Transition in Europe.

"Le nuove direttive europee in materia di comunità energetiche hanno principalmente due obiettivi. Il primo è di ordine tecnico: si vuole rendere possibile e anzi facilitare l'autoconsumo da fonti rinnovabili intermittenti, massimizzando l'autoconsumo locale e, di conseguenza, minimizzando l'impatto sulle reti," spiega Chiara Candelise. "Il secondo obiettivo è di natura più strettamente normativa perché, in linea con gli sviluppi del settore prima delle Direttive europee, le comunità energetiche sono definite e normate come soggetti a partecipazione volontaria e aperta di persone fisiche, piccole e medie imprese e autorità locali appartenenti alla medesima comunità. Inoltre il loro obiettivo principale deve essere produrre ricadute economiche, sociali e ambientali sulle comunità di riferimento, piuttosto che profitti finanziari."

Le comunità energetiche offrono diversi vantaggi. Innanzitutto, consentono agli individui e alle aziende di diventare attivi partecipanti del sistema energetico, anziché semplici consumatori passivi. Ogni membro della comunità può contribuire con la propria produzione energetica, che può essere immessa nella rete e condivisa con gli altri membri. Questo promuove la produzione locale di energia da fonti rinnovabili, riducendo la dipendenza dalle fonti tradizionali e centralizzate.

"Ci siamo occupando di mappare le comunità energetiche esistenti. È già stata pubblicata da poco su Nature una prima indagine estensiva su 29 Paesi a cui ho collaborato, una inventory di oltre 10.000 iniziative e 16.000 unità di produzione, che offre tra le altre cose dati rilevanti che potranno essere utilizzati per ulteriori analisi del settore in Europa. Un'altra attività in corso è approntare una valutazione metodologicamente corretta dei loro impatti economici, sociali e ambientali. Entrambi questi sforzi si collocano nell'ambito del progetto europeo COMETS (Collective Action Models for the Energy Transition and Social Innovation) di cui Bocconi fa parte," continua Candelise. "Si tratta di un lavoro molto importante perché potrà servire come evidenza informata sugli impatti di queste iniziative a supporto delle scelte di politiche di supporto, sia a livello nazionale che europeo."

Il centro di ricerca GREEN Bocconi è anche partner tecnico dell'IFEC (Italian Forum of Energy Communities), promosso dal World Energy Council per approfondire e condividere le best practices sul tema delle comunità energetiche.

Chiara Candelise, Gianluca Ruggieri, "Status and Evolution of the Community Energy Sector in Italy", Energies 2020, 13(8), 1888, https://doi.org/10.3390/en13081888

Chiara Candelise, Gianluca Ruggieri, "The Community Energy Sector in Italy: Historical Perspective and Recent Evolution", in Renewable Energy Communities and the Low Carbon Energy Transition in Europe, edited by Frans H. J. M. Coenen, Thomas Hoppe, Palgrave Macmillan 2022, https://doi.org/10.1007/978-3-030-84440-0

Chiara Candelise et al., "A Europe-wide inventory of citizen-led energy action with data from 29 countries and over 10000 initiatives", Sci Data 10, 9 (2023), published 4 January 2023, https://doi.org/10.1038/s41597-022-01902-5