Contatti

Kaplan (Harvard): capire il rischio senza misurarlo

, di Fabio Todesco
Il padre della balanced scorecard, in uno speech per la faculty e gli studenti Bocconi, suggerisce un approccio qualitativo al risk management

"La misurazione si riferisce al passato, il rischio si riferisce a qualcosa che potrebbe non accadere in futuro. Conciliare due concetti così antitetici è problematico". A molti, ieri mattina nell'aula magna della Bocconi, sarà sembrato sorprendente sentire Robert Kaplan, il padre della balanced scorecard, rinunciare ai tentativi di misurazione nel suo approccio al risk management.

In un seminario di faculty Sda, aperto anche agli studenti della Bocconi, nell'ambito del workshop accademico "Innovating Management & Accounting Practices" organizzato da Ariela Caglio, Angelo Ditillo, e Andrea Dossi in collaborazione con l'Università di Siena, il professore dell'Harvard business school ha ripercorso il suo approccio al risk management ricordando come la prima domanda che si è posto al riguardo sia stata quali misure utilizzare. Se l'approccio quantitativo può funzionare con il rischio di governance e compliance, esso si è però dimostrato difficilmente applicabile ai rischi che Kaplan definisce operativo e strategico, da un lato, e d'impresa (dovuto, cioè a eventi esterni come le catastrofi naturali o una violenta crisi), dall'altro.

Il problema, in questi casi, è che l'approccio quantitativo è probabilistico e si basa sulla conoscenza di quando e come i fenomeni studiati si sono manifestati in passato, mentre gli eventi unici, del tutto inattesi perché mai verificatisi e perciò impenetrabili all'approccio probabilistico, si manifestano più spesso di quanto si pensi.

Nel risk management l'approccio quantitativo può, dunque, essere sostituito con tecniche utili a identificare i rischi e individuare le priorità di allerta o di intervento, ma senza una misurazione vera e propria. Scenario analysis, wargame e heat-map sono alcune delle modalità suggerite da Kaplan.