Fattore G. Perche' i tedeschi hanno ragione
Uno spettro si aggira per l'Europa. È la germanofobia, la paura per i tedeschi, per la loro ideologia del rigore, le lettere da Bruxelles, i compiti a casa, la fine della crescita a debito. Sono sempre più, in Italia e in Europa, quelli che pensano che se non dovessimo sottostare ai patti scellerati firmati a suo tempo tra Maastricht, Schengen, Bruxelles e Strasburgo staremmo molto meglio.
Che la Germania, potenza egemone dell'Unione Europea, supremo guardiano dell'austerità, sia il nostro carceriere. E che noi non siamo che la prossima cavia dei suoi esperimenti economici e sociali. Se non, ancora peggio, il concorrente da sconfiggere, o la colpevole cicala, tutta debiti e niente regole, da mortificare.
Francesco Cancellato con Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione (Università Bocconi Editore 2016; 132 pagg.; 14,50 euro; 7,99 e-pub), prova a mettere in dubbio queste certezze: cosa potrebbe succedere grazie alla Germania, mentre siamo impegnati a fare della Germania il bersaglio di ogni nostra frustrazione? E se la via che ci indicano i tedeschi fosse davvero quella da percorrere? E se quello che crediamo essere il nostro nemico fosse in realtà un gigantesco alibi?
Il libro parte da Berlino, il 9 novembre 1989, nella notte in cui cade il Muro e in cui la Germania ricomincia a costruire la sua inesorabile egemonia su tutto ciò che lo circonda. Un'egemonia fatta di leader politici come Helmut Kohl, Gerhard Schroeder e Angela Merkel, la cui qualità nessun altro Paese è in grado di vantare, e delle loro scelte, sovente coraggiose e lungimiranti.
"Il Fattore G, che dà il titolo al libro, è proprio quell'addendo in più di cui potremmo giovarci se invece di contrapporci alla Germania finissimo per contaminarci un po' di più", afferma Cancellato, "o a riconoscere le contaminazioni che già esistono ed esaltarle nel contesto della nostra strategia di crescita, dalla nuova manifattura italo-tedesca alla medesima istanza di emanciparci dalle fonti energetiche fossili, dalla possibilità di un esercito europeo al bisogno di trovare una nuova strategia per fronteggiare, contemporaneamente, l'immigrazione e la crisi demografica. Sino, in ultimo, alla necessità di far parte di un'unica Europa, politica e federale".
Il tutto senza risparmiare critiche ai tedeschi. In particolare, per la loro incapacità a rendere avvincente, o perlomeno comprensibile, la loro visione del futuro, prestando il fianco a ogni possibile retropensiero e paranoia. O, ancora, per il loro incedere fin troppo prudente ed esitante che rischia di far decantare la discussione sui futuri assetti dell'Europa fino al momento in cui non sarà più possibile deciderne il destino.
Francesco Cancellato è nato a Lodi nel 1980, laureato in Economia all'Università Cattolica di Milano, dopo una lunga esperienza come ricercatore presso AASTER, dal dicembre 2014 è direttore del quotidiano online Linkiesta.it
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