Family business, che trauma quando cambia il CEO!
Si ritiene che la successione del CEO rappresenti uno degli eventi più importanti – se non il più importante – nell'assetto manageriale e di governance di un'azienda familiare. I risultati di CEO Succession, Organizational Context and Performance: A Socio-Emotional Wealth Perspective on Family Controlled Firms, un working paper di Alessandro Minichilli e Guido Corbetta (Dipartimento di Management e Tecnologia) con Mattias Nordqvist (Jonkoping International Business School), dimostrano come essa rappresenti un momento particolarmente traumatico nelle aziende familiari, con peggioramenti sensibili della redditività valutati nei tre anni seguenti il cambio al vertice.
Il peggioramento nella redditività delle aziende familiari a seguito della successione è stato solitamente attribuito dalla letteratura di family business alla difficoltà ad individuare un successore con abilità e competenze in linea con il leader uscente, soprattutto se prescelto tra i membri della famiglia di controllo. Contrariamente a tale diffusa interpretazione, questo studio si basa sulla prospettiva teorica emergente del cosiddetto Socio-Emotional Wealth, che sta assumendo particolare rilievo negli ultimi anni. Secondo tale prospettiva, le aziende familiari sarebbero guidate non solo da obiettivi di carattere economico, ma anche e soprattutto da obiettivi non finanziari legati a specifiche esigenze. Tra queste esigenze si ricordano il senso di appartenenza dei componenti familiari all'impresa, la possibilità di esercitare l'influenza della famiglia sulle decisioni aziendali e la continuazione nel tempo della dinastia familiare. Di conseguenza, ogni decisione è affrontata valutando attentamente l'impatto sul patrimonio sociale ed emotivo della famiglia, con considerazioni che vanno ben oltre la pura razionalità manageriale. L'ampia presenza nel campione di indagine di aziende non quotate – che più di altre si ritiene possano perseguire questi obiettivi – rafforza ulteriormente i risultati di seguito descritti.
Basandosi sui dati di una survey realizzata nel 2008 sulle maggiori 1.000 aziende familiari del nostro Paese per dimensione, lo studio considera l'impatto della successione del CEO sui risultati reddituali (misurati in termini di Roa e Roe) in un campione di 161 aziende a controllo familiare rispondenti, quotate e non, tracciate per un periodo di 10 anni (dal 1998 al 2007), per un totale di 1.610 osservazioni. Nella prospettiva teorica utilizzata, i risultati relativi all'impatto negativo della successione del CEO sulla performance aziendale sono spiegabili con la volontà della famiglia di controllo di porre enfasi, durante una transizione così delicata, alla preservazione del patrimonio sociale ed emotivo della famiglia. Si ritiene infatti che tale patrimonio venga posto in discussione a seguito di ogni cambio nella leadership aziendale, per via del diverso set di valori di cui ciascun leader è portatore. Ciò appare tanto più evidente se si considera come la successione determini un impatto ancora più negativo sulla performance aziendale qualora vi sia una cospicua presenza di familiari nel consiglio di amministrazione, a testimonianza di una maggiore attenzione posta dalla famiglia alla preservazione dei propri valori.
Ulteriori analisi dimostrano come anche le caratteristiche del leader uscente e di quello entrante abbiano un peso notevole sui risultati finanziari nel periodo successivo al cambio di vertice. In particolare, se il leader uscente è da molto (troppo) tempo nella posizione di CEO, e se il leader entrante è un esterno non appartenente alla famiglia di controllo, gli aspetti positivi tenderanno a prevalere. Nel primo caso, per i vantaggi collegati alla sostituzione di un leader ormai fedele unicamente al proprio passato (e ai propri successi), senza una capacità di innovare (e rischiare) per il futuro; nel secondo caso, per l'apporto di risorse manageriali di talento, che siano più orientate ad obiettivi finanziari e meno "vincolate" dalla necessità di preservare i valori della famiglia. Tuttavia, anche in queste due ultime circostanze, la presenza di un consiglio di amministrazione fortemente familiare riduce gli effetti positivi legati alla sostituzione di leader troppo anziani (nel ruolo), nonché all'ingresso di esterni. Tali evidenze rafforzano l'idea introdotta in precedenza, per cui l'obiettivo principale della famiglia sarebbe, soprattutto in momenti particolarmente critici per la propria esistenza, la conservazione del patrimonio di valori, nella ricerca di un continuo bilanciamento con i pur necessari traguardi di redditività.