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El Niño e la minaccia invisibile
L’aumento della salinità non è solo un problema ambientale, ma una minaccia economica e sociale di proporzioni allarmanti. I terreni agricoli, resi sterili dall’accumulo di sale, stanno mettendo in ginocchio gli agricoltori, causando perdite economiche ingenti e mettendo a rischio la sicurezza alimentare di intere regioni. Il fenomeno accelera il degrado del territorio, spingendo verso la desertificazione zone un tempo fertili e trasformandole in distese improduttive.
Un recente studio, The El Niño Southern Oscillation and the salinity of land and water in the United States, pubblicato su PLOS ONE da Nicola Limodio, Filippo De Marco e Ilaria Dal Barco dell'Università Bocconi evidenzia come le oscillazioni climatiche di El Niño possano alterare drasticamente la concentrazione di sali nei suoli e nelle acque dolci degli Stati Uniti. Le loro scoperte rivelano un impatto significativo: la salinità del suolo aumenta del 21% nelle regioni settentrionali, mentre diminuisce del 29% nelle aree meridionali. Parallelamente, la salinità dell’acqua dolce cresce del 9% nelle contee più calde e si riduce del 53% in quelle più fredde.
Perché la salinità conta?
L’aumento della salinità non è un semplice dettaglio chimico, ma una vera e propria minaccia per ecosistemi e agricoltura. “L’eccesso di sale nei suoli altera l’equilibrio osmotico delle piante, limitandone l’assorbimento di acqua e nutrienti essenziali”, spiega Nicola Limodio. “Questo può ridurre drasticamente i raccolti e, nei casi più gravi, causare il fallimento delle colture”. La salinità è inoltre un fattore determinante della desertificazione, trasformando terreni un tempo fertili in distese improduttive.
Oltre all’impatto sull’agricoltura, il fenomeno ha ripercussioni sulla biodiversità. L’aumento della salinità nelle acque dolci minaccia l’equilibrio degli ecosistemi, alterando la composizione delle specie e riducendo la biodiversità. Le pratiche agricole, poi, si trovano costrette a cambiare: l’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni, effetti tipici di El Niño, spingono verso un maggiore utilizzo di fonti d’acqua salina, aggravando ulteriormente il problema.
El Niño, clima e salinità: un intreccio complesso
Lo studio dimostra che l’interazione tra El Niño, temperatura, precipitazioni e salinità è più intricata di quanto si pensasse. Le regioni più calde e secche tendono a sperimentare un aumento della salinità, mentre quelle più fredde e umide vedono una riduzione del fenomeno. “L’ENSO (El Niño-Southern Oscillation) influenza direttamente il ciclo dell’acqua: le precipitazioni abbondanti diluiscono il sale, mentre l’evaporazione in aree aride lo concentra nei suoli e nelle acque sotterranee”, afferma Filippo De Marco.
Durante El Niño, il jet stream subtropicale si sposta verso la California, portando piogge intense nelle regioni meridionali e siccità in quelle settentrionali. Questo spostamento ha un effetto diretto sulla salinità dei suoli e delle acque, con implicazioni che vanno ben oltre gli Stati Uniti.
Il segnale del cambiamento climatico
Secondo i ricercatori, la variazione della salinità potrebbe essere un indicatore degli effetti del cambiamento climatico a livello globale. “Questi dati sollevano preoccupazioni non solo per l’agricoltura e gli ecosistemi, ma anche per la sicurezza alimentare a lungo termine”, avverte Limodio. “Se il riscaldamento globale continua ad alterare la frequenza e l’intensità di El Niño, possiamo aspettarci impatti sempre più gravi sulla salute dei suoli e sulla produttività agricola”.
Lo studio apre nuove prospettive sulla necessità di monitorare con maggiore attenzione le variazioni di salinità e sviluppare strategie di mitigazione per proteggere sia l’ambiente che le economie dipendenti dall’agricoltura. Mentre il mondo si concentra su temperature e precipitazioni, un nemico silenzioso potrebbe già essere all’opera sotto i nostri piedi.