Che cosa distorce la nostra scelta di una scuola superiore
Una ricerca di Pamela Giustinelli e Nicola Pavoni della Bocconi può aiutare i policy maker a ridurre disuguaglianze economiche e lo skill mismatch nel mercato del lavoro, individuando i potenziali errori cognitivi fatti dagli studenti delle scuole medie nel processo di raccolta delle informazioni che li porta a scegliere la scuola superiore.
In The Evolution of Awareness and Belief Ambiguity in the Process of High School Track Choice (Review of Economic Dynamics, Volume 25, April 2017, Pages 93-120, doi: 10.1016/j.red.2017.01.002), Giustinelli e Pavoni studiano il processo di raccolta delle informazioni rilevanti per scelta della scuola superiore in Italia, attraverso una survey di circa 900 studenti di terza media e dei loro genitori. L'indagine, a partire dall'inizio dell'anno scolastico fino al momento della scelta, osserva l'evoluzione della loro conoscenza delle alternative disponibili e della fiducia nella loro stessa valutazione della probabilità di concludere regolarmente il percorso formativo superiore.
All'inizio dell'ultimo anno di scuole medie gli studenti sono solo parzialmente consapevoli delle scelte disponibili e hanno una limitata fiducia nel proprio giudizio sulle possibilità di completare con successo scuole superiori alternative. Nei mesi successivi, l'apprendimento degli studenti sugli indirizzi esistenti è sostanziale, ma non completo e si concentra sulle loro alternative preferite. Di fatto, le diverse caratteristiche demografiche e socioeconomiche sono associate a diverse condizioni iniziali e a diversi modelli di apprendimento.
In media, circa il 45% degli studenti afferma di conoscere ciascuno dei curriculum all'inizio dell'anno scolastico. Al momento dell'iscrizione, questa percentuale sale al 62%. Queste cifre, tuttavia, mascherano differenze significative tra studenti con background diversi e tra i vari curriculum, poiché gli studenti imparano di più riguardo le alternative più rilevanti per loro. Questa concentrazione progressiva è ancora più evidente nell'evoluzione della fiducia, poiché gli studenti diventano più sicuri del loro giudizio di poter far bene nelle scuole preferite e meno sicuri dei giudizi sulle altre scuole.
"Identifichiamo cinque modelli principali di apprendimento, relativi a cinque caratteristiche demografiche e socioeconomiche: il sesso, la media dei voti, la formazione della madre, l'occupazione del padre e il paese di nascita", afferma Giustinelli.
Le femmine mostrano maggiori conoscenze rispetto ai maschi sui curriculum liceali durante il processo decisionale - ma una minore fiducia nel loro giudizio sulle possibilità di riuscita nella scuola superiore.
Gli studenti con una media alta iniziano con una conoscenza inferiore dei curriculum non liceali e sono quelli che approfondiscono meno le loro conoscenze su tutti i possibili indirizzi. D'altra parte, mentre la loro fiducia iniziale è bassa, concludono il processo con una fiducia maggiore, almeno per quanto riguarda i programmi liceali.
Gli studenti con una madre più istruita iniziano con una minore conoscenza di curriculum non liceali, ma colmano il divario e mostrano il processo di apprendimento meno concentrato di tutti.
Gli studenti con un padre dedito al lavoro manuale mostrano il modello di apprendimento più concentrato, focalizzato sui programmi non liceali.
Anche gli studenti stranieri si concentrano sui programmi non liceali. Tuttavia, mentre gli studenti di classe operaia tendono ad apprendere di più su questi curriculum nel corso del processo decisionale, gli studenti stranieri tendono invece a perdere le conoscenze già acquisite sui curriculum liceali.
"La nostra analisi è un utile punto di riferimento per i policy maker, perché evidenzia alcuni gruppi di famiglie, in cui il processo di acquisizione di informazioni è particolarmente lento e distorto", conclude Pavoni.