Banche, quelle pubbliche sono diverse
Il recente finanziamento delle banche da parte di numerosi governi europei mediante la sottoscrizione pubblica di strumenti di capitale o di capitale-debito solleva alcune preoccupazioni in merito alla governante e all'assetto proprietario dell'industria bancaria europea. Un tema connesso particolarmente delicato riguarda il profilo di rischio delle banche di proprietà pubblica rispetto a quello delle banche private.
Giuliano Iannotta, Giacomo Nocera e Andrea Sironi, tutti dell'Università Bocconi, analizzano questo aspetto in un recente working paper pubblicato dal Centre for Applied Research in Finance (Carefin) della stessa Bocconi.
Più precisamente, gli autori esaminano l'impatto della proprietà pubblica sui rating degli emittenti (Moody's issuer ratings) e su quelli individuali (Moody's financial strength ratings) di un campione di 224 grandi banche europee nel periodo che va dal 1999 al 2004. I rating individuali differiscono da quelli tradizionali per il fatto che si concentrano sulle caratteristiche economico finanziarie degli emittenti e non considerano eventuali supporti esterni che possono potenzialmente provenire da parti terze quali la casa madre o, più in particolare, i governi o le autorità di controllo.
La ricerca evidenzia due principali risultati empirici. Anzitutto, anche dopo aver controllato per gli effetti connessi a differenze relative agli indici contabili, le banche di proprietà pubblica presentano generalmente un miglior rating dell'emittente (rating tradizionale) rispetto a quello delle banche private. In secondo luogo, le banche private presentano un migliore profilo di rischio, riflesso in un migliore rating individuale. Questo risultato, il quale permane anche controllando per le diverse condizioni economico-finanziarie, indica che le banche di proprietà pubblica beneficiano di un meccanismo di protezione governativa che prende la forma di garanzie esplicite o implicite.
Questi risultati presentano importanti implicazioni di policy. Secondo Andrea Sironi "essi dimostrano che un elevato numero di banche pubbliche europee – che competono nei medesimi mercati di altre grandi banche – beneficiano di un vantaggio competitivo iniquo". Tali banche sono infatti protette dal meccanismo virtuoso della disciplina di mercato (in base al quale una banca troppo rischiosa viene punita dal mercato che chiede tassi più alti per finanziarla), recentemente tanto enfatizzato da "Basilea 2".
Più nello specifico, se il rischio di fallimento di una banca, così come riflesso nel suo rating di emittente, è indipendente dal suo rischio di insolvenza, così come riflesso nel suo rating individuale (financial strength), allora gli investitori avversi al rischio non avranno alcun incentivo a punire le banche pubbliche maggiormente rischiose mediante un incremento del premio per il rischio richiesto agli strumenti di debito emessi da tali banche.
Se gli organi di vigilanza europei desiderano davvero creare un campo competitivo uniforme all'interno del mercato unico, salvaguardando la qualità degli attivi bancari, migliorando l'efficienza dell'industria bancaria e rafforzando la disciplina di mercato, allora l'eliminazione delle garanzie pubbliche non rappresenta, secondo i risultati di questa ricerca, una condizione sufficiente. Anche in assenza di una simile garanzia esplicita, infatti, la proprietà pubblica verrebbe comunque percepita dal mercato come una forma implicita di garanzia delle passività bancarie.
Di conseguenza, quando l'attuale crisi dei mercati finanziari sarà stata superata e le misure di emergenza a sostegno delle banche potranno essere gradualmente revocate, le autorità dovranno riprendere a lavorare perché nessuna banca benefici di un improprio sostegno governativo e per garantire che la concorrenza non sia distorta dall'intervento statale. In questa direzione, occorrerà realizzare una politica coordinata a livello europeo di divieto di ogni forma di garanzia implicita delle banche pubbliche, oppure, in alternativa, la semplice abolizione delle banche pubbliche da realizzarsi mediante un processo di graduale privatizzazione dell'industria bancaria.
I provvedimenti recenti adottati da numerosi governi europei sembrano orientarsi verso una direzione opposta. La ricerca Carefin evidenzia i rischi che tale orientamento presenta per l'industria bancaria europea.