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Dove

, di Gabriella Grillo
Un viaggio attraverso la trasformazione epocale della dimensione di luogo, che dall'impresa sociale arriva al cuore del capitalismo. A farlo sono Paolo Venturi e Flaviano Zandonai nel loro nuovo libro

Una delle conseguenze della globalizzazione, solo in apparenza paradossale, è quella di aver fatto risorgere l'importanza della dimensione territoriale e comunitaria: oggi sono i territori, i quartieri e le periferie, i luoghi privilegiati in cui si sperimentano innovazioni sociali, da cui provengono i più significativi impulsi allo sviluppo e al benessere. Mai come oggi la creazione di valore si gioca a livello territoriale e il destino delle imprese è legato a quello del loro territorio. La chiave del successo imprenditoriale è legata alla dimensione di luogo.

Con Dove (Egea, 176 pagg., 19,90 euro), Paolo Venturi e Flaviano Zandonai cercano dunque di catturare le trasformazioni in atto nei processi di rigenerazione della dimensione di luogo. Processi che portano a un arricchimento delle economie e delle relazioni. Il punto chiave è che intorno alla rigenerazione dei luoghi si gioca la partita decisiva: una sfida che chiama in causa quei beni intangibili come la partecipazione dei cittadini nei processi deliberativi e la coesione sociale che oggi è sotto attacco a causa delle crescenti disuguaglianze e della tendenza al ripiegamento delle comunità stesse.

Oltre all'apertura è la dimensione coesiva delle relazioni tra diversi attori a fare la differenza perché agisce come meccanismo generativo di nuove infrastrutture sociali (non solo scuole, ospedali o abitazioni per housing sociale, ma tutti quegli asset comunitari destinati a un uso comune), capaci di trasformare gli spazi in luoghi e ricreare quella «ecologia delle relazioni» indispensabile per la vita in comune e lo sviluppo economico. L'obiettivo - sostengono i due autori - è dar vita a una nuova intelaiatura per lo sviluppo sociale ed economico che contribuisca a risolvere le principali sfide-Paese: creare lavoro, ricostruire la coesione, promuovere mobilità sociale.

Guardando alla struttura del testo, nella prima parte, l'attenzione degli autori si concentra sulle qualità distintive degli attori che contribuiscono a «produrre» nuovi luoghi. La seconda parte riguarda i modelli di gestione e di governo della dimensione di luogo. Infine, il libro si chiude con tre manifesti per i luoghi attraverso i quali si vuole contribuire ad avviare una stagione di policy making dedicata a queste nuove infrastrutture sociali intorno alle quali si stanno sempre più aggregando risorse, competenze e soprattutto aspirazioni non solo di organizzazioni e istituzioni, ma soprattutto di persone animate da una domanda di cambiamento che trova il suo fulcro in una «voglia di comunità» non chiusa e rancorosa ma aperta e inclusiva.

Paolo Venturi è Direttore di AICCON, Centro Studi sul non profit e la cooperazione (Università di Bologna). Componente del Consiglio Nazionale del Terzo settore, del Comitato Scientifico della Fondazione Symbola e della Social Impact Agenda per l'Italia. Membro dell'Advisory Board di Nesta Italia, della Consulta della cooperazione della Regione Toscana e di quella sulla cooperazione sociale della Regione Emilia Romagna. Docente di imprenditorialità sociale e innovazione sociale presso Università di Bologna. Collabora con numerose testate fra cui Vita Non Profit, Nòva - il Sole 24 Ore e Buone Notizie – Corriere della Sera.

Flaviano Zandonai, sociologo, si occupa da oltre vent'anni di terzo settore e impresa sociale, svolgendo attività di ricerca applicata, formazione, consulenza e divulgazione editoriale. Ha lavorato per istituti di ricerca e coordinato reti tra comunità scientifica e imprenditoria sociale. Oggi è open innovation manager presso il Gruppo cooperativo Cgm. Collabora inoltre con il magazine Vita e anima con Paolo Venturi il blog "tempi ibridi" dedicato all'innovazione istituzionale e alle nuove value chain tra profit e nonprofit.

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