Contatti
Ricerca Stereotipi di genere

Come le donne possono superare gli stereotipi di genere nei ruoli creativi all’interno delle reti sociali

, di Andrea Costa
Il ruolo dei due tipi di intermediazione nella riduzione degli attacchi all'identità sociale e nel miglioramento dei risultati creativi per le donne

Gli stereotipi di genere nelle reti sociali possono avere un impatto significativo sulle prestazioni delle donne nei ruoli creativi, in particolare quando occupano posizioni di “intermediazione”, altrimenti detta “brokeraggio”. Un ruolo di intermediazione comporta la connessione di individui o gruppi altrimenti non collegati, ed è una posizione comunemente legata alla creatività e all'innovazione. Tuttavia, la ricerca mostra che gli stereotipi di genere favoriscono gli uomini in questi ruoli. Un recente studio intitolato “Joining Disconnected Others Reduces Social Identity Threat in Women Brokers“ e pubblicato su “Organizational Behavior and Human Decision Processes” da Raina A. Brands dello University College di Londra e Pier Vittorio Mannucci del Dipartimento di Management e Tecnologia della Bocconi esplora il modo in cui le donne possono superare questi stereotipi adottando un particolare tipo di approccio di intermediazione, quello in cui vengono messe in contatto persone già disconnesse.

Lo studio rivela che le donne subiscono attacchi alla loro identità sociale quando assumono ruoli di intermediazione “di separazione”, in cui l'intermediario mantiene la separazione tra i gruppi, un ruolo tipicamente associato agli uomini. Tuttavia, quando le donne sono attive nel brokeraggio “di unione” — quello che mette in contatto tra loro individui che prima non lo erano — sperimentano meno attacchi e migliorano la loro efficacia creativa e le loro prestazioni.

L'intermediazione per unione riduce i pregiudizi di genere

La ricerca esamina appunto i due approcci fondamentali all'intermediazione: l'intermediazione per separazione, in cui il broker controlla il flusso di informazioni tenendo separati i gruppi, e l'intermediazione per unione, in cui il broker collega i gruppi e incoraggia la collaborazione. Questi due approcci sono associati a diverse aspettative di genere. Il brokeraggio di separazione è di tipo maschile e viene percepito come un'attività che richiede tratti come il controllo e l'assertività, mentre il brokeraggio per unione è considerato più femminile ed è associato a tratti comunitari come la promozione delle relazioni e della cooperazione.

Secondo lo studio, le donne hanno maggiori probabilità di subire gli stereotipi quando adottano una tattica di intermediazione per separazione. In questi casi esse temono di confermare gli stereotipi negativi di genere, il che può minare la loro fiducia e le loro prestazioni. Come spiega Pier Vittorio Mannucci, “le donne broker finiscono per avere una minore efficacia creativa quando adottano un approccio di separazione perché hanno paura di essere giudicate attraverso la lente degli stereotipi di genere”.

Tuttavia, quando le donne adottano un approccio di unione, questi rischi si attenuano. Lo studio dimostra che le donne che ricoprono ruoli di unione non sperimentano gli stessi attacchi identitari di quelle che ricoprono ruoli di separazione, consentendo loro di ottenere risultati altrettanto buoni delle loro controparti maschili in termini di creatività. Gli autori osservano: “L'approccio per unione fornisce alle donne un ambiente sicuro dal punto di vista dell'identità, consentendo loro di mediare efficacemente senza dover affrontare la fatica di contrastare gli stereotipi maschili.”

Autoefficacia creativa e prestazioni

La ricerca consiste in studi di vario tipo, tra cui sondaggi ed esperimenti, per verificare come i diversi approcci all’intermediazione influenzino le prestazioni creative. Nel corso di un esperimento è stato chiesto alle partecipanti di immaginarsi come broker in una rete e di adottare un approccio per separazione o per unione. Le donne che hanno utilizzato un approccio per separazione hanno riportato una minore autoefficacia creativa, che a sua volta ha ridotto le loro prestazioni. Al contrario, le donne che hanno adottato un approccio per unione non hanno riscontrato questo calo di fiducia o di prestazioni.

Lo studio pilota sul campo ha confermato questi risultati, e l'autoefficacia creativa — cioè la convinzione della persona di essere in grado di generare idee nuove — si è rivelata essere una caratteristica fondamentale per la mediazione. Quando le donne adottano un approccio per unione, la loro autoefficacia rimane intatta, portando a migliori risultati creativi. Un altro esperimento ha dimostrato che questo effetto è dovuto al fatto che le donne che si impegnano nell'intermediazione per unione non soffrono della stessa ansia da stereotipo che può ostacolare le prestazioni in ruoli tradizionalmente maschili.

Una strada da percorrere per le donne nei ruoli di brokeraggio

Lo studio di Brands e Mannucci evidenzia che il modo in cui le donne svolgono i ruoli di intermediazione condiziona la frequenza con cui la loro identità sociale viene attaccata e le loro prestazioni. Adottando una modalità di unione e non di separazione, le donne possono evitare le conseguenze negative degli stereotipi di genere e ottenere migliori risultati in termini di creatività. 

Lo studio ha anche implicazioni per le organizzazioni. Incoraggiando uno stile di networking più collaborativo e inclusivo, le aziende possono creare ambienti in cui le donne si sentono in grado di innovare senza il timore di doversi adeguare ad aspettative di genere obsolete. Secondo gli autori, “sarebbe saggio per le organizzazioni implementare interventi che riducano gli attacchi all'identità sociale che le donne subiscono come broker, ad esempio attraverso interventi di formazione verso le donne sugli stereotipi e su come contrastarli, sfatando gli stereotipi negativi sulle donne broker e proponendo le donne broker come modelli da seguire.”

PIER VITTORIO MANNUCCI

Bocconi University
Dipartimento di Management e Tecnologia