Sull'orlo del caos
Una generazione dopo la caduta del muro di Berlino, il mondo è di nuovo sull'orlo del caos: dimostrazioni sono scoppiate dal Belgio al Brasile, guidate da cittadini arrabbiati che chiedono di avere più voce in capitolo sul loro futuro politico ed economico e rivendicano una migliore istruzione, il diritto all'assistenza sanitaria e standard di vita più elevati.
La conclusione di queste indignate proteste è sempre la stessa: le persone chiedono ai loro governi di fare di più per migliorare le loro vite e di farlo velocemente. Ma nelle attuali condizioni di crescita «anemica» i decisori politici non sono in grado di offrir loro qualsivoglia soluzione. La crescente ineguaglianza dei redditi e un'economia stagnante rappresentano una minaccia sia per il mondo sviluppato sia per i paesi in via di sviluppo, e i leader politici non possono più permettersi di ignorare la tempesta che è già all'orizzonte.
Nel ventunesimo secolo, una crisi in un paese può diventare rapidamente anche nostra: economie fragili producono una comunità internazionale fragile.
In Sull'orlo del caos (Egea 2018; 224 pagg.; 22 euro), Dambisa Moyo affronta le nuove sfide politiche ed economiche cui il mondo va incontro e individua soluzioni specifiche e radicali – ma necessarie – per risolvere questi problemi e riaccendere la crescita globale. Quattro sono i venti contrari che spirano oggi sollevando disordini sociali ed economici: la demografia, l'ineguaglianza, la scarsità delle materie prime, l'innovazione tecnologica. Solo una sostanziale riconversione del capitalismo democratico potrà consentire di affrontare i problemi attuali e conseguire risultati migliori in futuro.
Le democrazie liberali del tipo prevalente in Occidente semplicemente non possono realizzare questa crescita senza una riforma sostanziale. Senza cambiamenti fondamentali, i politici democratici faticheranno a far fronte ai numerosi ostacoli che l'economia globale deve affrontare oggi. In effetti, la miopia all'interno della democrazia porta alla cattiva allocazione di risorse scarse, come il capitale e il lavoro, e a decisioni di investimento a corto raggio da parte di politici e imprese. In definitiva, la miriade di sfide economiche è la manifestazione di un corrosivo problema nel processo politico democratico.
La democrazia liberale, il più grande motore di crescita della storia, lotta oggi per superare ostacoli economici senza precedenti: tra questi, l'invecchiamento della popolazione, la scarsità di risorse, un indebitamento insostenibile. Vincolate da un pensiero di scarsa lungimiranza e da dogmi ideologici, le democrazie rischiano di rimanere vittime del nazionalismo e del protezionismo che ci consegneranno irrimediabilmente a un tenore di vita in declino.
La crescita economica è essenziale per la stabilità globale, ma le democrazie liberali di oggi non sono più in grado di generarla. Non dobbiamo tuttavia rassegnarci a imboccare una direzione che si allontani dalla democrazia, sostiene Moyo, piuttosto dobbiamo riformare radicalmente la democrazia stessa. Solo così potremo riprendere a crescere e la democrazia potrà sopravvivere al ventunesimo secolo.
Le tesi portate in questo saggio sono un avvertimento per i paesi avanzati così come per quelli emergenti: dobbiamo invertire la drammatica erosione della crescita, o ci troveremo ad affrontare le conseguenze di un futuro globale frammentato e instabile.
Il saggio propone in effetti anche dieci riforme di vasta portata alla democrazia, progettate per combattere questa miopia, superare i venti contrari che sfidano l'economia globale e stimolare la crescita economica. Le proposte trasformano il modo in cui si svolgono le elezioni, alterano il modo in cui vengono giudicati i politici e assicurano che sia gli elettori sia i politici abbiano una visione a lungo termine. A tal fine, le proposte comprendono per esempio l'allungamento dei mandati elettorali così da poter affrontare le sfide economiche a lungo termine, l'obbligo di standard minimi sia per i politici sia per gli elettori, e altri ancora.
Dambisa Moyo, economista e saggista, si occupa di temi macroeconomici e di affari internazionali. È consulente di imprese, consigli di amministrazione, amministratori delegati e top manager in materia di decisioni di investimento, allocazione del capitale e gestione del rischio.
I suoi lavori indagano l'interazione tra business internazionali ed economia globale, evidenziando le principali opportunità di investimento. Tratto distintivo del suo approccio è la rara capacità di tradurre i trend in atto nei mercati, nella politica, in materia normativa e nello scenario economico nel loro probabile impatto sul business globale.
È membro dei consigli di amministrazione di Barclays Bank, Barrick Gold e Chevron. In precedenza ha fatto parte del CdA di SABMiller e Seagate Technology. Dambisa è stata nominata dalla rivista TIME come una delle «100 persone più influenti al mondo» e ha ricevuto il premio Hayek Lifetime Achievement Award 2013.
Scrive regolarmente su The Wall Street Journal e sul Financial Times. Vive a New York City.
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