Al passo con il futuro
Il mondo è più complesso e volatile oggi che in qualsiasi altro momento della nostra storia: gli strumenti della nostra esistenza moderna sono sempre più veloci, economici, di piccole dimensioni, mentre miliardi di persone - sconosciute tra loro e provenienti da tutto il mondo - sono distanti un solo click, un post o un tweet l'uno dall'altro.
Con l'arrivo e la sovrapposizione di queste due "rivoluzioni", si è scatenata una forza esplosiva che sta trasformando molti aspetti della nostra società: non solo la vita economica, ma anche quella privata, culturale e sociale. Gli effetti combinati della diffusione di Internet e della legge di Moore (secondo cui la velocità dell'innovazione accelera esponenzialmente) ci pongono oggi di fronte a un mondo che non siamo più in grado di capire. Joi Ito e Jeff Howe, in Al passo con il futuro. Come sopravvivere all'imprevedibile accelerazione del mondo (Università Bocconi Editore – UBE 2017; pagg.; 25 euro), sostengono che simili periodi di cambiamento abbiano sempre avuto vincitori e vinti, e che il nostro futuro si svolgerà con un sistema operativo totalmente nuovo: è una sorta di "aggiornamento", da affrontare con una curva di apprendimento ripida. La logica di un futuro più veloce supera la saggezza del passato: è necessario incominciare a pensare in modo diverso. Non basta un nuovo manuale di istruzioni, ma serve un nuovo paradigma cognitivo.
Per trovare la rotta e sopravvivere a questo periodo ricco di tumulti, gli autori elaborano in 9 capitoli altrettanti "principi guida":
- Emersione batte Autorità: questo principio precede gli altri perché fornisce la pietra angolare che regge gli altri punti. Oggi assistiamo al trionfo dell'affioramento – le competenze e le conoscenze che emergono da reti distribuite come Internet - sull'autorità rappresenta uno spostamento sostanziale rispetto alle modalità di distribuzione e produzione della conoscenza.
- Pull batte Push: l'approccio "Pull" fa leva sulle tecnologie comunicative moderne e sul calo dei costi dell'innovazione per spostare il potere dal centro ai bordi, rendendo possibili scoperte fortuite. L'esempio riportato è l'ascesa di cripto-valute come la Bitcoin.
- Bussole batte Mappe: la chiave del successo non sono la strategia e nemmeno le regole, ma è la nostra cultura, la bussola etica, la visione del mondo e i nostri gusti. L'esempio riportato è il successo travolgente di Scratch (un linguaggio di programmazione rudimentale per i bambini).
- Rischio batte Sicurezza: abbracciare strategicamente i rischi invece di mitigarli, e non scegliere la sicurezza. Emerge l'importanza e il valore della ricerca non "orientata" e diretta, e la necessità di accettare rischio e sperimentazione, insieme alla volontà di saper fallire e ricominciare da zero.
- Disobbedienza batte Conformità: gli autori partono dalla frase "Non puoi vincere un Nobel facendo quello che ti dicono di fare". Nella Storia, anche la disobbedienza civile è servita per far progredire diritti e leggi: in questo caso, viene sottolineata la necessità di una cultura di "disobbedienza creativa", un disaccordo che si manifesta in modo organico e creativo.
- Pratica batte Teoria: nell'ultimo secolo e mezzo la teoria ha avuto un ruolo importante nella diffusione del sapere. Ma nel nostro mondo di rapidi cambiamenti, la teoria deve informare la pratica e viceversa. Le ricerche scientifiche prossimamente metteranno a dura prova le credenze a cui teniamo di più: dobbiamo avere un atteggiamento aperto e duttile.
- Diversità batte Capacità: un diverso atteggiamento culturale verso la valutazione degli studenti anche all'interno del M.I.T. E in futuro, un auspicabile atteggiamento differente anche da parte delle aziende, non solo quelle tech.
- Resilienza batte Forza: fare la pace con il caos che ci circonda, e accettare con umiltà e coraggio il nostro mondo in cambiamento
- Sistema batte Oggetto: un'innovazione responsabile non richiede solo velocità e efficienza, ma anche un'attenzione costante per l'impatto complessivo delle nuove tecnologie e una comprensione dei legami tra le persine, le loro comunità e gli ambienti in cui vivono.
Passando da un tema all'altro, nei vari capitoli i due autori raccontano numerose "case histories" incredibili, da ricerche all'avanguardia di studenti del M.I.T. all'approccio filosofico che MIT Media Lab ha verso i diversi gruppi di lavoro, fino alla descrizione di come i ricercatori lavorano nei Laboratori.
Nella stesura e nella creazione di "teorie del cambiamento tecnologico", Ito e Howe accompagnano le loro idee con esempi concreti del loro lavoro presso il M.I.T., sottolineando come il fatto di vivere in tempi di precarietà, renda fragili le nostre istituzioni più solide, e come semplici e disorganizzati cittadini possano diventare potenti forze politiche.
Questo libro è una sorta di "modello dinamico" che aiuta a ripensare all'approccio di ciascuno di noi verso tutti gli aspetti organizzativi della nostra vita e delle organizzazioni in cui ci muoviamo.
Joi Ito, imprenditore, venture capitalist e attivista sociale, è direttore del M.I.T. Media Lab, il laboratorio interdisciplinare di ricerca e progettazione del M.I.T. di Boston fondato da Nicholas Negroponte. È stato CEO di Creative Commons. BusinessWeek lo ha nominato tra le «25 persone più influenti del Web» e Foreign Policy lo ha inserito nella lista dei maggiori pensatori mondiali. Il suo intervento è stato tra i più apprezzati durante la tappa italiana del WOBI - World Business Forum (Milano, novembre 2016).
Jeff Howe è professore di Giornalismo alla Northeastern University. Redattore di Wired, è famoso per aver coniato nel 2006 il termine «crowdsourcing», neologismo adottato in tutto il mondo per indicare lo sviluppo collettivo di un progetto. E' stato visiting Scholar al M.I.T.
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