Contatti
Didattica

Acme, i manager creativi si formano qui

, di Davide Ripamonti
Magda Antonioli, che lo dirige, spiega come il master of science fornisca competenze tecniche e umanistiche per formare i futuri protagonisti della Creative Economy

"Un programma con una grande thinking contamination con varie discipline". Questa, secondo Magda Antonioli, docente presso il Dipartimento di scienze sociali e politiche dell'Università Bocconi e direttore del Master of Science in Economics and management in Arts, Culture, Media and Entertainment, è una delle principali peculiarità del corso, in una parola si chiama "multidisciplinarità". Un programma tra i più caratterizzati tra quelli dell'offerta formativa dell'Università e che è la naturale prosecuzione del Cleacc (corso in Economia e management per arte, cultura e comunicazione), da cui proviene una parte cospicua degli studenti: "Ma non solo da lì", precisa Magda Antonioli, anche dell'estero e "molti dagli altri corsi Bocconi, oppure da studi umanistici o giuridici". L'obiettivo, continua il direttore, "è formare laureati interessati a una carriera nazionale o internazionale nei settori dell'induustria culturale e creativa dell'economia come le arti visive e performative, lo spettacolo, il cinema, i media, l'editoria, l'entertainment, il turismo, la moda, il design e il lusso. Negli ultimi decenni questi settori hanno avuto, e continuano ad avere, un ruolo centrale nello sviluppo economico di vari paesi e dell'Italia in particolare per la loro capacità di produrre valore economico e di migliorarne l'attrattività".

Si tratta di studenti che durante il loro percorso formativo ricevono un set di strumenti utili a leggere un mondo complesso ma contemporaneo, con una mente aperta alle sfide future. "Gli iscritti all'Acme compiranno studi di management ma anche analisi di tipo sociologico, politico, filosofico", continua Antonioli, "impareranno ad avere 'leadership' e a lavorare in team complessi e a perfezionare un pensiero critico. La loro carriera si svolgerà in istituzioni culturali, musei, cinema, festival, case d'asta, nel turismo, nella moda, nell'editoria, ma anche all'interno delle Fondazioni, delle banche e della pubblica amministrazione che si troveranno a supportare progetti nel campo dei settori creativi e a attuare interventi di policy. Anzi, una caratteristica molto importante è proprio il saper dialogare con artisti ed esperti vari che spesso parlano lingue diverse". Con quali funzioni? "Soprattutto nella programmazione, nella gestione del personale, nel marketing, nell'organizzazione di eventi e nel fundraising", dice ancora Magda Antonioli.

Moderni manager che dovranno unire le competenze manageriali classiche a quelle nuove richieste dai tempi che cambiano: "Accanto a materie più tradizionali, come bilancio e project management, troveremo per esempio anche data analysis e competenze trasversali: i manager del futuro dovranno essere in grado di muoversi fra tecnologia e soft skills. Formeremo figure professionali che uniscono competenze tecnologiche e umanistiche e li aiuteremo nel loro percorso anche attraverso uno stretto contatto con gli stakeholder, con la presenza durante le lezioni di numerosi testimonial".