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Ragioni e torti dell'economia

, di Silvia Introzzi
Ho sentito la necessita' di un libro che facesse da ponte per ridurre il distacco dalla realta', diretto sia agli economisti che ai non economisti, scrive Dani Rodrik nel suo libro per Egea

Gli economisti sono diventati il bersaglio preferito delle critiche del grande pubblico. Dani Rodrik, approdato all'Institute's School of Social Science, entra in contatto con approcci concettuali e disciplinari diversi da quello positivista empirico della teoria economica.

Durante la sua permanenza presso l'Istituto Rodrik si confronta con un approccio umanistico e interpretativo differente e tocca con mano l'aria di sospetto verso gli economisti già respirata in giro per il mondo e che certo trova nella famosa crisi del 2008 un deciso focolaio: «Troppa cattiva informazione su quello che gli economisti realmente fanno. E' chiaro che non hanno altro che se stessi con cui prendersela.

Ci sono economisti che fanno un cattivo servizio alla loro scienza quando la presentano agli altri studiosi». Dani Rodrik ha toccato con mano il sospetto e la diffidenza che circondano gli economisti, come lui.

Dani Rodrik, con "Ragioni e torti dell'economia" (UBE Paperback;2016; 240 pagg.; 11,90 euro), non è quindi una "difesa d'ufficio", ma fa capire perché a volte l'economia ha ragione e altre volte fallisce.

Il discorso di Rodrik non è affatto teorico perché lungo tutto il libro l'autore parla di situazioni concrete che «sfidano» la disciplina economica, da Adam Smith alla globalizzazione di oggi: situazioni diverse che richiedono modelli diversi e ogni modello racconta un pezzo di storia su
come funziona il mondo. Storie ad ampio raggio, dalla congestion charge partita da Singapore e
arrivata a Milano alle strategie anti-povertà nei Paesi emergenti o ancora alle disuguaglianze dei
Paesi sviluppati, da cui trarre lezioni anche contraddittorie; un po' come per le diverse morali delle
favole. Rodrik non risparmia nessuno, critica e difende articolando e documentando con chiarezza i suoi ragionamenti, che non sono scevri di richiami all'umiltà oltre che alla realtà.

"L'economia fornisce molti strumenti analitici utili per affrontare le grandi questioni pubbliche del
nostro tempo. Ciò che non fornisce – scrive Rodrik - sono risposte universali e definitive.

I risultati ottenuti dall'economia in senso stretto devono essere combinati con valori, giudizi e valutazioni di natura etica, politica e pratica. Questi ultimi hanno poco a che fare con la disciplina economica, ma tutto a che fare con la realtà". La sintesi di tutto il percorso è redatto in 20 comandamenti, 10 per gli economisti e 10 per i non economisti.

Nella classifica 2015 dei migliori libri di economia del Financial Times e dell'Economist.

Dani Rodrik, uno dei più grandi economisti viventi, è Ford Foundation Professor of
International Political Economy alla John F. Kennedy School of Government di Harvard.
Ha un weblog: https://rodrik.typepad.com/

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