Il lean management paga, per chi sa aspettare
I benefici finanziari derivanti dall'adozione del "lean management" dipendono dalla misura in cui un'azienda abbraccia questa impostazione come filosofia in ogni parte dell'azienda e la mette in pratica in modo esteso all'interno dell'organizzazione. Questa è la principale conclusione di uno studio pubblicato nel recente articolo Enterprise-wide lean management systems: a test of the abnormal profitability hypothesis di Arnaldo Camuffo e Alberto Poletto del Dipartimento di Management e Tecnologia, apparso sull'International Journal of Operations & Production Management.
Il "lean management" non è una novità. L'idea che un'azienda debba impegnarsi senza sosta per eliminare gli sprechi e ridurre la variabilità in tutti i suoi processi aziendali è stata introdotta dalla Toyota decenni fa ed è stata oggetto di un numero considerevole di studi negli ultimi trent'anni almeno. Le ricerche passate hanno cercato di misurare l'eventuale correlazione tra l'adozione di pratiche operative "snelle" e i risultati finanziari. Ciò non ha portato, tuttavia, a stime affidabili degli effetti del lean sulla performance finanziaria, poiché la "distanza" tra le pratiche di lean operation in specifici impianti o processi e la "bottom line" dell'azienda è troppo ampia. Camuffo e Poletto, invece, si sono posti l'obiettivo di indagare se l'adozione pervasiva del lean ("sistemi di gestione snella a livello aziendale") generi effettivamente profitti superiori al normale (abnormal nel titolo del paper va inteso in questo senso) e in quale arco temporale. La novità di questo approccio metodologico risiede nel tentativo di misurare quanto profitto extra sia direttamente e causalmente attribuibile alla gestione snella quando questa filosofia viene applicata a tutti gli aspetti dell'organizzazione rispetto a singole parti, impianti o unità organizzative.
Camuffo e Poletto hanno analizzato i dati di tutte le aziende industriali italiane con ricavi superiori a 20 milioni di euro alla fine dell'anno fiscale 2016, per un periodo che va dal 2000 al 2018. Il set di dati finale comprende quindi 2.088 aziende (di cui 195 hanno adottato il lean management) per 19 anni. I risultati mostrano che la redditività, definita in termini di rendimento del capitale investito (ROIC), è superiore dall'1,4% al 3,9% nelle aziende che adottano il lean. Ma questi effetti sono amplificati (fino a 6 volte) per le imprese più grandi. Inoltre, questi profitti aggiuntivi iniziano circa tre anni dopo l'adozione della gestione snella e raggiungono il picco a circa otto anni.
"Ci sono due possibili spiegazioni per la variabilità dei profitti aggiuntivi. Innanzitutto, le aziende che sono in grado di comprendere meglio e in anticipo il funzionamento interno dei sistemi lean (che spesso sono impliciti, imprecisi e non lineari) possono progettarli e implementarli in modo più efficace, mitigando l'incertezza dei risultati," spiega Arnaldo Camuffo. "In secondo luogo, le aziende raramente valutano attentamente i guadagni finanziari delle loro iniziative di miglioramento e spesso non sono in grado di stabilire se i costi ad esse associati siano compensati da effettivi vantaggi finanziari."
Un altro risultato importante dello studio è la maturazione non lineare degli extra-profitti nel tempo. "La gestione snella non è solo difficile da implementare, ma anche da sostenere nel tempo," aggiunge Camuffo. "I nostri risultati mostrano che gli effetti dell'adozione del lean sulla redditività sono più deboli e controversi nei primi anni di adozione, suggerendo che gli effetti dell'adozione del lean sulla performance finanziaria sono ritardati, in quanto occorre tempo per mettere a punto il sistema lean e generare miglioramenti delle prestazioni operative che solo in seguito si tradurranno in miglioramenti della performance finanziaria."
Arnaldo Camuffo, Alberto Poletto, "Enterprise-wide lean management systems: a test of the abnormal profitability hypothesis", International Journal of Operations & Production Management, Volume 44 numero 2, 5 febbraio 2024, DOI https://doi.org/10.1108/IJOPM-10-2022-0646