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Rotazione obbligatoria: la qualita' dell'audit migliora con l'ultimo mandato

, di Paola Zanella
Uno studio di Cameran, Prencipe e Trombetta sul caso italiano evidenzia che la qualita' migliora quando il revisore non puo' piu' essere confermato

Un nuovo studio condotto nel contesto italiano dimostra che, quando la rotazione obbligatoria delle società di audit viene imposta per legge, la qualità della revisione nel primo e secondo triennio tende a essere inferiore a quella del terzo (ed ultimo) triennio. Questo accade perché la società di revisione è incentivata ad ottenere nuovamente l'incarico presso lo stesso cliente alla fine dei primi due periodi, mentre al termine del terzo deve essere obbligatoriamente sostituita.

Mara Cameran, Annalisa Prencipe (Dipartimento di Accounting) e Marco Trombetta (IE Business School, Madrid) hanno pubblicato Mandatory Audit Firm Rotation and Audit Quality su European Accounting Review (pubblicato on line a giugno2014, DOI:10.1080/09638180.2014.921446).

L'introduzione di una norma che imponga periodicamente la rotazione obbligatoria della società direvisione (MAR, abbreviazione dell'acronimo inglese Mandatory Rotation Rule) è una questione assai rilevante, discussa sia in Europa che negli Stati Uniti. Questa regola pone un limite al numero massimo di anni che una società di revisione può dedicare ad uno stesso cliente. Essa è stata proposta in modo da preservare l'indipendenza del revisore e aumentare la fiducia degli investitori nei documenti di bilancio pubblicati dall'impresa. Tuttavia, manca una solida evidenza empirica che supporti l'introduzione della MAR.

Gli autori di tale studio hanno deciso di esplorare gli effetti della rotazione obbligatoria sulla qualità della revisione in un ambiente istituzionale unico, quello italiano. In Italia la MAR viene applicata da oltre vent'anni, fornendo così un contesto ideale per lo studio dei relativi effetti. Il principale punto di forza dell'articolo consiste proprio nel fatto che l'analisi è stata svolta in un contesto in cui la MAR è realmente in vigore. In un contesto di rotazione volontaria non c'è limite al numero di anni in cui il revisore può servire lo stesso cliente. Solo un contesto di rotazione obbligatoria della società di revisione (come quello italiano) permette di osservare un eventuale cambiamento negli incentivi del revisore e controllare come il suo comportamento ne venga influenzato. Gli autori ipotizzano e trovano che la qualità della revisione tende a essere inferiore nei primi due periodi del triennio. In particolare, usando il cosiddetto conservatism come proxy della qualità della revisione, gli autori documentano che le società di revisione mostrano maggiore conservatism (e dunque una qualità della revisione più elevata) nell'ultimo triennio rispetto ai primi due. Questo succede perché nel terzo triennio (l'ultimo) l'incarico della società di revisione non può essere più rinnovato e il rischio di litigation diviene più rilevante. Inoltre, lo studio documenta che la percezione degli investitori della qualità della revisione migliora quando il mandato giunge al termine.

Complessivamente, questi risultati gettano nuova luce sulla qualità reale e percepita della revisione in un contesto di rotazione obbligatoria delle società di revisione. Tale studio fornisce una evidenza empirica particolarmente rilevante per i regolatori interessati a valutare costi e benefici legati all'implementazione della MAR.