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Quella demografica e' una trappola dalla quale e' difficile liberarsi

, di Arnstein Aassve - ordinario presso il Dipartimento di scienze sociali e politiche
L'Europa rischia di scendere ai tassi di fertilita' bassissimi di alcuni paesi asiatici, cio' nonostante il problema non sembra essere piu' al centro dell'agenda dell'Unione

L'Unione europea ha ottenuto notevoli successi sin dalla sua nascita. Ha favorito la pace e la stabilità, ha creato un fiorente mercato unico e ha compiuto notevoli progressi economici. Oltre a questi risultati, l'UE ha migliorato la protezione dei consumatori, ha implementato standard ambientali rigorosi e ha compiuto progressi significativi nella difesa dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto.
Questi risultati sono stati raggiunti nonostante una serie di ostacoli, come la crisi finanziaria del 2008, la crisi del debito del 2010, la crisi migratoria del 2015, la Brexit e, dopo il 2020, la pandemia, oltre all'emergere di una nuova crisi legata alla guerra e all'inflazione.
Se valutiamo lo stato dell'UE oggi, è evidente che le sfide persistono, con la crisi climatica che incombe. Tuttavia, dietro le quinte si nasconde un'altra questione urgente: il declino demografico degli Stati membri dell'UE. Attualmente, il tasso di fertilità totale (TFR) dell'Italia si attesta ad appena 1,25. Per mettere questo dato in prospettiva, il tasso di sostituzione necessario per mantenere una popolazione stabile è di 2,1 figli per donna. Con un TFR persistentemente basso da decenni, stiamo assistendo a una trappola demografica caratterizzata da una riduzione delle generazioni di potenziali genitori e da un conseguente calo del numero di bambini nati. Purtroppo, questo problema non è unico per l'Italia: il calo dei tassi di fertilità sta diventando evidente anche nei Paesi nordici.
Ci si potrebbe chiedere se sia responsabilità dei politici affrontare il problema dei bassi tassi di fertilità. È interessante notare che il problema della bassa fertilità non è più al centro dell'agenda politica dell'UE. Questo cambiamento può essere attribuito in parte alla riluttanza a impegnarsi in ciò che la maggior parte delle persone considera una scelta personale e in parte al fatto che i precedenti sforzi politici per aumentare la fertilità hanno avuto un bilancio negativo.

Sebbene i bassi tassi di fertilità siano in qualche modo scomparsi dall'agenda politica dell'UE, figure influenti come Elon Musk e Papa Francesco sostengono cambiamenti significativi nella procreazione. Tuttavia, anche assumendo posizioni forti sulla procreazione (in particolare, Elon Musk è padre di 11 figli), non c'è una previsione realistica che l'UE torni al tasso di sostituzione nel prossimo futuro. L'UE sembra destinata al declino demografico e i suoi Stati membri devono prepararsi a questa nuova realtà. In effetti, la sfida politica principale da affrontare è quella di evitare un declino più marcato della fertilità, simile a quello che stanno vivendo molti Paesi dell'Asia orientale, come la Corea del Sud con il suo tasso di fertilità pari a 0,78. Poiché l'UE è alle prese con le sfide derivanti dall'invecchiamento della popolazione, un ulteriore calo della fertilità non farà che esacerbare questi problemi.
Cosa c'è dietro il calo della fertilità? Diventare genitori oggi è sempre più associato al successo e al privilegio in altri aspetti della vita. Se storicamente le classi socioeconomiche più basse tendevano ad avere più figli rispetto a quelle con uno status più elevato, questa tendenza si è attenuata o addirittura invertita in molte parti dell'UE. Ad esempio, nei Paesi nordici, la mancanza di figli è cresciuta più rapidamente tra gli individui con un livello di istruzione inferiore. Ciò suggerisce che la preoccupazione non è che chi ha meno risorse abbia "troppi figli", ma piuttosto che l'allevamento dei bambini diventi socialmente polarizzato e che gli individui con minori risorse economiche e sociali si sentano costretti a rinunciare del tutto alla genitorialità.
Purtroppo, non esiste una soluzione semplice e rapida per le sfide demografiche dell'UE. Sembra che il calo delle nascite in Europa non dipenda solo dalle politiche familiari, ma da un problema più ampio legato alla formazione della famiglia. Studi recenti indicano che il desiderio di avere figli è influenzato dal livello di fiducia sociale e di resilienza personale, mentre i sentimenti di incertezza, la polarizzazione politica e l'esclusione sociale abbassano questa propensione.

Tuttavia, l'offerta di un'istruzione per la prima infanzia accessibile e di alta qualità a tutte le famiglie ha una correlazione significativa con una maggiore fertilità. Inoltre, investire nell'educazione della prima infanzia è vantaggioso nel lungo periodo, poiché aumenta il benessere e lo sviluppo del capitale umano nelle generazioni future. Un'istruzione per la prima infanzia universale e di alta qualità aiuta anche le madri a mantenere la loro presenza nella forza lavoro e a garantire il benessere dei loro figli. Su questo tema, gli Stati membri dell'UE hanno ancora un po' di strada da fare.