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La scienza dell'altruismo: perche' dovremmo donare vaccini ai paesi in via di sviluppo

, di Fabio Todesco
Una volta raggiunta l'immunita' di gregge, e' nell'interesse dei paesi ricchi donare i vaccini ai paesi con una quota di suscettibili ancora al di sopra del livello critico. Questa strategia e' particolarmente efficace quando i paesi destinatari sono vicini all'immunita' ed evita le perdite economiche legate alla chiusura delle frontiere

Il 24 febbraio, 600.000 dosi di vaccino COVID sono arrivate ad Accra, Ghana, come primo risultato dell'iniziativa COVAX, che si propone di consegnare 2 miliardi di dosi ai paesi in via di sviluppo entro la fine del 2021. Le motivazioni umanitarie di un'iniziativa di questo genere sono ben comprese e non c'è dubbio che contribuirà a contenere il tributo che il mondo sta pagando alla pandemia. Ora un working paper di Alessia Melegaro, direttore del COVID Crisis Lab della Bocconi, e di nove coautori di università europee e americane, dimostra che questo tipo di altruismo può anche soddisfare gli interessi dei paesi donatori. (Clicca qui per visitare il sito del COVID Crisis Lab)

Usando un modello SIR (Susceptible, Infected, Removed), Melegaro e i suoi coautori mostrano che ci sono circostanze in cui è nell'interesse di una nazione assicurarsi che anche altri paesi possano ottenere il vaccino COVID-19 piuttosto che concentrarsi solo sulla vaccinazione dei propri residenti.

In questo tipo di modelli, la diffusione dell'infezione dipende da R0, cioè dal numero di casi secondari che possono essere generati da un singolo caso infettivo, e dalla quota di persone suscettibili (cioè non immuni). L'immunità di gregge, una condizione che impedisce all'infezione di diffondersi, viene raggiunta quando la quota di individui protetti è superiore a una certa soglia 𝑃𝑐 = 1 - 1/𝑅0. Più alto è R0, maggiore è la proporzione di individui in una popolazione che deve essere vaccinata per raggiungere il livello di immunità di gregge.

Gli autori eseguono simulazioni su quante persone potrebbero essere infettate negli Stati Uniti se alcuni casi di COVID fossero importati da paesi stranieri in diverse condizioni, raffigurando uno scenario in cui una popolazione con bassi livelli di immunità sperimenta un focolaio interno che può poi viaggiare in altri paesi attraverso la mobilità degli individui.

Nel caso in cui gli Stati Uniti avessero raggiunto l'immunità di gregge, ma il paese straniero fosse solo vicino a questo risultato (con il 45% della popolazione suscettibile contro la soglia di immunità di gregge del 35%), usare il vaccino negli Stati Uniti ridurrebbe i decessi di circa due terzi, ma donarlo al paese straniero bloccherebbe completamente la diffusione in territorio americano, impedendo nel paese ricevente lo scoppio dei focolai destinati a diffondersi negli Stati Uniti attraverso la mobilità. In questo caso, le azioni di cooperazione permetterebbero di ridurre la diffusione della malattia negli Stati Uniti.

Se sia gli Stati Uniti che il paese straniero sono lontani dall'immunità di gregge, al contrario, l'allocazione interna è più efficace per proteggere la popolazione americana perché permette agli Stati Uniti di raggiungere più rapidamente l'immunità di gregge.

Le strategie cooperative, concludono gli autori, sono particolarmente efficaci quando il paese donatore ha raggiunto l'immunità di gregge e il paese straniero vi è vicino, rendendo così le dosi aggiuntive decisive per raggiungere l'obiettivo.

"È importante notare", aggiunge Melegaro, "che man mano che la vaccinazione si diffonde nei paesi ricchi, dove il peso del COVID-19 è attualmente più alto, una strategia cooperativa e altruista permetterà non solo a questi paesi di mantenere aperte le proprie frontiere e di evitare le perdite economiche legate alla chiusura dei confini, ma anche ai paesi a basso e medio reddito di contenere meglio la diffusione locale e globale del virus".

Tiziano Rotesi, Paolo Pin, Maria Cucciniello, Amyn A. Malik, Elliott E. Paintsil, Scott E. Bokemper, Kathryn Willebrand, Gregory A. Huber, Alessia Melegaro, Saad B. Omer, "National Interest May Require Distributing COVID-19 Vaccines to Other Countries", medRxiv 2021.01.11.21249610; doi: 10.1101/2021.01.11.21249610.