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Immigrazione, l'uso democratico dell'algoritmo predittivo

, di Graziella Romeo - associata presso il Dipartimento di studi giuridici
Per evitare la deriva populista del processo decisionale algoritmico i cittadini devono poter mantenere la loro liberta' politica e possedere una adeguata istruzione tecnologica. Solo cosi' i decisori pubblici sentiranno la responsabilita' di adottare soluzioni condividendo e analizzando i dati per alimentare processi democratici

Secondo la Population Division delle Nazioni Unite, per garantire il "rapporto di sostegno", cioè la percentuale di lavoratori per pensionato, la Germania avrebbe bisogno di circa 3.4 milioni di immigrati per anno, in un arco temporale compreso tra il 1995 e il 2050. Lo studio si è servito di un algoritmo al quale è stata posta anche un'altra domanda: di quanti immigrati ha bisogno la Germania per mantenere costante il numero di lavoratori, a prescindere dal loro rapporto con i pensionati? In questo caso, la risposta è stata di 460 mila persone.

Leggere questi dati senza cedere alla tentazione di sintesi superficiali richiede un chiarimento preliminare sugli elementi del calcolo. Per esempio, occorre precisare se l'IA stia processando il saldo complessivo della migrazione, cioè il valore netto tra immigrati ed emigrati, ovvero il numero totale degli ingressi e, dunque, la sola immigrazione. In altre parole, il dato dell'algoritmo predittivo può essere interpretato scientificamente soltanto se si comprendono i termini del calcolo. Diversamente, l'operazione algoritmica è offerta al pubblico carica di rischi legati tanto al suo funzionamento, quanto al suo esito.

L'elaborazione di un algoritmo predittivo che lavora sui big data riguardanti i flussi migratori è stata spesso motivata da una serie di preoccupazioni legate alle politiche dell'immigrazione. La predizione dei flussi è stata rappresentata come una soluzione capace di almeno tre effetti virtuosi: permettere alle autorità pubbliche di predisporre misure adeguate di gestione dei flussi e di accoglienza; prevenire le tensioni sociali solitamente associate all'aumento dell'immigrazione in una certa area del territorio; capire la direzione della crescita demografica di un territorio e, dunque, comprendere le conseguenze del mutamento della composizione della popolazione sui sistemi di welfare e sul mercato del lavoro.

Tuttavia, la disponibilità di informazioni di questo tipo potrebbe anche stimolare l'adozione di politiche fortemente improntate alla riduzione degli arrivi e all'impiego strategico del controllo delle frontiere. L'effetto, in questo caso, sarebbe quello di incentivare politiche di controllo preventivo dell'immigrazione, con conseguenze drammatiche sulla compressione della tutela dei diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto all'asilo.

Il problema di un "rischio populista", cioè della risposta politica attivata dalla predizione algoritmica, interroga il diritto costituzionale a più livelli. Per questo motivo occorre esplorare le chances di utilizzo democratico dello strumento predittivo. Il rischio di utilizzo populista dell'algoritmo predittivo può essere sventato, infatti, solo se i cittadini mantengono la loro libertà politica e comprendano, con un ragionevole sforzo intellettivo, i temi oggetto del dibattito civico-politico e le ragioni dell'agire politico.

Comprendere le questioni civiche che sono elaborate tramite algoritmi richiede un adeguato livello di cognizione in merito all'IA. Da questo punto di vista, un processo decisionale interamente algoritmico è compatibile con la democrazia nella misura in cui è assistito dalla garanzia di un livello minimo di istruzione tecnologica, come peraltro emerge dal diritto secondario dell'UE. Il processo decisionale algoritmico deve quindi essere fondato su una cognizione diffusa e condivisa di cosa sia un processo decisionale basato sull'IA. Solo così l'utilizzo di algoritmi impone ai decisori pubblici la responsabilità di adottare soluzioni condividendo e analizzando dei dati nell'ottica di alimentare processi democratici. In questo quadro, la ricerca giuridica in materia di immigrazione può svolgere un ruolo cruciale nel contribuire a un processo di orientamento della tecnologia algoritmica verso i diritti e i principi del patrimonio costituzionale europeo.