Il messaggio della storia e' l'imprevedibilita'
È innegabile, nella storia le pandemie hanno creato shock devastanti. Ma, indipendentemente dalla mortalità del singolo patogeno (che sia peste o coronavirus) e guardando agli impatti di lungo periodo, a cosa sono dovuti esiti a volte molto diversi tra loro? "Alle condizioni economiche e sociali di partenza", spiega Guido Alfani, professore di storia dell'economia della Bocconi e fellow del COVID Crisis Lab.
In Plague and Lethal Epidemics in the Pre-Industrial World, pubblicato sul Journal of Economic History insieme a Tommy Murphy e in Pandemics and asymmetric shocks: Lessons from the history of plagues su Vox.eu, Alfani evidenzia proprio tali differenze. "Prendiamo il caso dell'Europa. Nel Trecento, la Peste fece strage più o meno ovunque del 50% della popolazione, in un Continente che si presentava abbastanza omogeneo dal punto di vista socio-economico", spiega Alfani. "Questo ribilanciamento generalizzato tra uomini e risorse provocò nel lungo periodo conseguenze positive sullo sviluppo". Andò diversamente durante la Peste del Seicento, che colpì in maniera più localizzata nei paesi del Sud dell'Europa: "In questo caso, la perdita demografica determinò un divario di sviluppo tra Nord e Sud dell'Europa, portando a conseguenze negative e durature per i paesi del Sud più colpiti".
Inoltre, con i colleghi Aassve, Gandolfi e Le Moglie, nello studio Pandemics and social capital: From the Spanish flu of 1918-19 to COVID-19, Alfani ha valutato le conseguenze permanenti della pandemia sul comportamento individuale: "Abbiamo rilevato che le perturbazioni sociali durante quel periodo hanno portato a un deterioramento a lungo termine della fiducia sociale, che ha avuto importanti conseguenze economiche". Facendo un parallelismo con l'emergenza in corso oggi, gli autori evidenziano l'importanza di una forte risposta al COVID-19: "Il messaggio è che la storia è imprevedibile", conclude Alfani. "Ci mostra che non possiamo sapere chi subirà le conseguenze peggiori nel lungo periodo, per cui è importante per tutti che la risposta, oggi, sia unitaria e solidale a livello europeo".