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Daniele Durante, il data scientist che ama giocare nei giardini degli altri

, di Claudio Todesco
Le possibili interazioni con le altre scienze sono cio' che rende la statistica attrattiva, agli occhi del nuovo asssitant professor di Scienze delle decisioni

Per descrivere il fascino esercitato dalla statistica, Daniele Durante ama citare una frase di John Wilder Tukey. La cosa migliore dell'essere statistici, ha detto il data scientist americano, è la possibilità di giocare nel giardino di chiunque. "La statistica offre la possibilità unica di interagire con le altre scienze e di ricevere stimoli da molti campi del sapere", afferma Durante, 29 anni, dal 1° settembre in forza al Dipartimento di Scienze delle Decisioni della Bocconi in veste di assistant professor. "Ho scelto questa università perché affascinato dalle stimolanti ambizioni di crescita internazionale che ho percepito, così come dalle prospettive didattiche e di ricerca offerte dalle nuove lauree in Data Science e dal Bidsa (Bocconi Institute for Data Science and Analytics)".

Originario della provincia di Treviso, Durante si è avvicinato alla statistica grazie alla passione per la matematica e alla necessità, così la chiama, di sperimentarne le potenzialità applicative. Laureato presso l'Università degli Studi di Padova, dove nel 2016 ha ottenuto il dottorato con la tesi Bayesian Nonparametric Modeling of Network Data, è motivato dalla possibilità di dare una risposta ai nuovi quesiti posti dalle scienze tramite lo sviluppo di modelli statistici all'avanguardia sia a livello metodologico che computazionale. "Prendiamo ad esempio il campo delle neuroscienze. Le informazioni fornite dalle nuove tecniche di risonanza magnetica sono molto articolate: non si tratta di singoli numeri sconnessi, ma di dati complessi come possono essere le reti di connessione fra regioni cerebrali. Solo tramite metodi statistici innovativi possiamo spiegare in modo accurato come varia la struttura di connessione cerebrale in relazione, ad esempio, alla presenza dell'Alzheimer".

Durante ha condotto una ricerca simile nel periodo di dottorato alla Duke University. Lì ha studiato la relazione fra connessioni cerebrali e creatività degli individui. I risultati, illustrati in Bayesian Inference and Testing of Group Differences in Brain Networks, sono stati citati da diverse testate fra cui il Daily Mail e hanno assicurato a Durante il David P. Byar Award conferito dalla Biometrics Section della American Statistical Association. "Alcuni degli strumenti matematici alla base dei metodi che ho sviluppato per analizzare i dati di connettività cerebrale traggono ispirazione dalle reti sociali. È uno degli aspetti che più mi affascina della statistica: unendo all'intuito pratico un'attenta astrazione del problema di ricerca, è possibile scoprire utili collegamenti metodologici con molti campi del sapere, partendo, ad esempio, dalle scienze sociali, fino a raggiungere l'epidemiologia, la business intelligence e la finanza".

"Nel 2008, il chief economist di Google, Hal Varian, affermava che quello del Data Scientist sarebbe stato il sexy job dei successivi 10 anni. Un'ottima previsione, se guardiamo alle attuali classifiche, come ad esempio quella stilata da CareerCast nel 2017", dice Durante parlando del suo entusiasmo nel comunicare l'importanza della statistica, anche al di fuori degli ambienti accademici. Infatti, è fra gli organizzatori di Start Up Research, una tre giorni alla Certosa di Pontignano in cui gruppi di giovani ricercatori si cimenteranno nello sviluppo di metodi statistici all'avanguardia, sotto la supervisione di docenti di fama internazionale. "È una versione più focalizzata sulla ricerca rispetto a Stats Under the Stars, una data-competition ideata alcuni anni fa insieme ad alcuni colleghi, in cui studenti universitari provenienti da tutta Italia si radunano ogni anno in una località diversa, trascorrendo la notte nel tentativo di risolvere un problema di business intelligence tramite l'analisi dei dati". Nella prima edizione i vincitori sono stati due studenti Bocconi, Michele Peruzzi e Amir Khorrami Chokami. "Li ho ritrovati qui a distanza di qualche anno. Sono due ottimi dottorandi al Dipartimento di Scienze delle Decisioni, così come tutti gli altri studenti che ho avuto modo di conoscere in questi giorni".