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AI, la sfida e' giuridica

, di Francesco Paolo Patti - professore associato di diritto privato, Universita' Bocconi
Ora l'obiettivo e' non ingabbiare l'innovazione con leggi che blocchino i produttori ma per il futuro prossimo le domande a cui dare risposta sono: come valutare la negligenza di un sistema? Come disciplinare le nowin situations e il trattamento dei dati che occorrono al sistema di apprendimento autonomo per migliorare le prestazioni di guida? Tutto lavoro per le prossime generazioni di giuristi

Da sempre la circolazione stradale ha rappresentato un tema di grande interesse per i cultori del diritto. La storia delle autovetture nel XX secolo è stata contrassegnata da un costante progresso tecnologico al quale hanno fatto seguito mutamenti sociali e nell'organizzazione industriale. Con l'avvento della produzione di serie e del motore a scoppio l'autovettura è divenuta un fenomeno di massa che ha fortemente inciso sui costumi della società. La tecnologia ha anche avuto un impatto significativo sul mondo del diritto. All'aumento delle autovetture ha fatto seguito un notevole aumento dei rischi per la società. Il diritto ha dovuto contrastare questo fenomeno con dettagliate regole per la circolazione stradale, con innovative norme sulla responsabilità civile e con la previsione dell'assicurazione obbligatoria. In tempi recenti, sulla base di interventi del legislatore europeo, il diritto ha assunto soluzioni simili nei diversi paesi, che pongono il rischio in capo al proprietario della vettura, tenuto ad assicurarsi contro la responsabilità civile. La domanda che ora tutti si pongono è la seguente: come cambierà il quadro giuridico con le autovetture a guida autonoma?

La tecnologica su cui si basa la guida autonoma è un sistema di apprendimento automatizzato in grado di elaborare i dati e di determinare i movimenti delle vetture. Nell'ultimo stadio dell'evoluzione tecnologica - che presto sarà raggiunto - il guidatore umano non dovrà più prestare alcuna attenzione alla guida e potrà occuparsi di altre attività. Inoltre, si prevede che le vetture saranno tutte connesse tra loro e non vi sarà più neppure bisogno dei semafori. Alcuni studi sociologici affermano che le persone perderanno interesse ad essere proprietari di autovetture e che il mondo automotive diverrà un servizio a disposizione di tutti. Gli utenti di ogni età potranno "chiamare" le autovetture mediante i propri smartphones. I vantaggi per la società appaiono evidenti in termini di minor impatto ambientale e maggiore inclusione, ma - soprattutto - dovrebbe ridursi drasticamente il numero delle vittime della strada. Infatti, è pacifico che più del 90% delle morti causate da incidenti stradali dipendono da errori umani. Eliminando il fattore umano si ridurrà notevolmente il numero delle vittime e, volendo utilizzare l'espressione di Guido Calabresi - celebre studioso della tort law liability di Yale -, diverranno minori i costi per la società.
L'obiettivo del diritto è quello di accompagnare il descritto progresso tecnologico senza porre ostacoli all'innovazione. Allo stesso tempo, il diritto deve salvaguardare la salute e gli interessi delle persone che entrano in contatto con la tecnologia. Al riguardo, non può dimenticarsi l'eco del primo investimento mortale causato da un'auto a guida autonoma, avvenuto in Arizona nel 2018; una notizia balzata agli onori delle cronache di tutti i principali giornali del mondo.

Dai primi studi effettuati al livello europeo si evince che le reazioni del mondo giuridico sono molto caute. Sembra che per un lungo periodo di tempo, il sistema che pone la responsabilità in capo al proprietario dell'autovettura con il supporto di un'assicurazione obbligatoria potrà ancora offrire risposte soddisfacenti. Tuttavia, all'orizzonte si scorge la necessità di un coinvolgimento maggiore delle case automobilistiche che curano lo sviluppo dei sistemi operativi dei veicoli a guida autonoma. Se oggi l'esigenza è quella di non "scoraggiare" gli investimenti nelle nuove tecnologie, evitando che il produttore sia in prima fila nel rispondere nei confronti dei danneggiati, in futuro le cose potrebbero cambiare. Si discute infatti di una speciale responsabilità del produttore di autovetture che dovrà essere chiamato a rispondere per i danni causati dai sistemi operativi e tenuto ad assicurarsi per coprire i risarcimenti.

Ma il cammino è ancora lungo e sono molti gli aspetti da chiarire. Come si valuterà la "negligenza" di un sistema operativo che riposa su decisioni algoritmiche? Come verranno disciplinate le c.d. "no-win situations" in cui il sistema operativo dovrà decidere di sacrificare vite umane per salvarne altre? Come verrà disciplinato il trattamento dei dati che occorrono al sistema di apprendimento autonomo per migliorare le prestazioni di guida? Su queste e altre questioni si concentreranno nei prossimi anni gli studiosi del diritto e della tecnologia, con una sola certezza: la guida autonoma muterà sia i costumi sociali che le regole giuridiche.