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L’inquinamento atmosferico fa male ai bambini ancora prima di nascere

, di Ezio Renda
Uno studio di Chiara Serra e altri sugli effetti nocivi del PM10 nel periodo perinatale e oltre in Toscana

L'inquinamento atmosferico continua a rappresentare una minaccia significativa per la salute pubblica, specialmente per le generazioni più giovani. Recenti studi hanno dimostrato che l'esposizione prenatale all'inquinamento può avere conseguenze durature sulla salute dei bambini. Una nuova ricerca, pubblicata nel Journal of Environmental Economics and Management, esplora l'impatto a medio termine dell'esposizione prenatale alle particelle PM10 sulla salute dei bambini fino ai dieci anni di età. I risultati rivelano un aumento significativo delle ospedalizzazioni e delle prescrizioni farmaceutiche, con conseguenze non solo per la salute dei nascituri, ma anche per i bilanci del sistema sanitario nazionale.

Lo studio, intitolato “Beyond birth: The medium-term health impact of prenatal exposure to air pollution”, è stato condotto da Simone Ferro dell'Università di Milano, Alessandro Palma del Gran Sasso Science Institute e del CEIS, Chiara Serra del Social Inclusion Lab e del Dondena Center della Bocconi e Massimo Stafoggia del Servizio Sanitario della Regione Lazio. Utilizzando dati satellitari sulle concentrazioni di PM10 e dati longitudinali su ospedalizzazioni e prescrizioni per tutti i nati vivi in Toscana tra il 2006 e il 2018, gli autori hanno analizzato l'impatto dell'esposizione prenatale all'inquinamento atmosferico.

La ricerca ha evidenziato che un aumento di una deviazione standard nell'esposizione prenatale a PM10 (pari a 6 μg/m³) è associato a una riduzione del 3,5% nella probabilità di ottenere un punteggio Apgar (l’indice che misura lo stato di salute di un neonato) perfetto, a un aumento dello 0,1% nella incidenza di VLBW (peso alla nascita inferiore a 1500 g) e a una riduzione del 3,2% nella probabilità di allattamento al seno prima della dimissione ospedaliera. Questi effetti si traducono in un aumento delle ospedalizzazioni e delle prescrizioni farmaceutiche nei primi dieci anni di vita dell'11,8% e dell'1,9% rispettivamente.

Questi risultati sono particolarmente preoccupanti in quanto suggeriscono che l'impatto dell'inquinamento non si limita al periodo perinatale ma continua a influenzare negativamente la salute dei bambini per anni dopo la nascita. Le implicazioni sono vaste e riguardano non solo la salute individuale ma anche i costi sanitari complessivi.

Chiara Serra ha sottolineato l'importanza di questi risultati, affermando: “I nostri risultati suggeriscono che gli effetti negativi dell'inquinamento atmosferico sulla salute non si limitano al periodo immediatamente successivo alla nascita, ma si protraggono per anni, aumentando il carico sul sistema sanitario.” Inoltre, “Questi effetti sono particolarmente pronunciati nei bambini più vulnerabili, indicando che l'inquinamento atmosferico aggrava le disuguaglianze esistenti nella salute infantile.” La ricerca di Serra e dei suoi colleghi evidenzia anche la necessità di strategie mirate per proteggere le popolazioni più vulnerabili dall'esposizione all'inquinamento.

Questo studio fornisce nuove prove a supporto della necessità di regolamentazioni più rigorose sull'inquinamento atmosferico, anche in contesti già regolamentati come la Toscana. I costi monetari associati all'esposizione prenatale all'inquinamento sono significativi, con una stima di risparmio di 564 euro per bambino se l'esposizione a PM10 fosse ridotta di una deviazione standard. Questo implica che le politiche di riduzione dell'inquinamento migliorerebbero sensibilmente la salute pubblica anche in contesti già altamente regolamentati e caratterizzati da livelli di inquinamento relativamente bassi, ma anche che i costi di tali politiche verrebbero almeno in parte compensati da risparmi economici rilevanti per il sistema sanitario.

In un'epoca in cui l'inquinamento atmosferico continua a essere una preoccupazione globale, questo studio fornisce ulteriori prove dell'importanza di proteggere le popolazioni vulnerabili, come i feti, dagli effetti nocivi dell'inquinamento. Gli autori sperano che questi risultati spingano i responsabili politici a considerare misure più stringenti per ridurre l'inquinamento atmosferico e proteggere la salute delle future generazioni.

Il dibattito sull'inquinamento atmosferico e le sue conseguenze è più attuale che mai, soprattutto alla luce delle recenti emergenze climatiche e dell'attenzione crescente verso la sostenibilità ambientale. Le politiche di riduzione delle emissioni devono considerare non solo i benefici ambientali ma anche i vantaggi per la salute pubblica, specialmente per i bambini e le future generazioni. In questo contesto, la ricerca di Serra e dei suoi colleghi offre un contributo fondamentale, mettendo in luce la necessità di interventi urgenti e mirati per ridurre l'esposizione all'inquinamento atmosferico e mitigare i suoi effetti dannosi sulla salute.

Lo studio dimostra quindi che l'inquinamento atmosferico ha effetti a lungo termine che vanno ben oltre la nascita. Proteggere la salute dei bambini dall'inquinamento atmosferico non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche un investimento a lungo termine nella salute e nel benessere della società. Le evidenze fornite da questo studio dovrebbero essere un campanello d'allarme per i responsabili politici e un invito all'azione per garantire un futuro più sano per tutti.