Energia rinnovabile e profitti delle utility: verso il successo?
Mentre l’Europa si adopera per raggiungere la neutralità delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050, le aziende di servizi pubblici stanno investendo massicciamente nelle energie rinnovabili. Ma questi investimenti producono ritorni finanziari? Un nuovo studio pubblicato su “Energy policy” e intitolato “Production of Energy from Renewable Sources and Financial Performance of European Utilities“, condotto da Susanna Dorigoni del centro di ricerca GREEN Bocconi e Giuseppe A. Anzalone, fa luce su questa questione. I loro risultati mostrano che le energie rinnovabili aumentano la redditività e la valutazione di mercato, ma non riducono significativamente il rischio finanziario.
Come è stato condotto lo studio
La ricerca di Dorigoni e Anzalone si basa sui dati di 64 società di servizi pubblici europee nell’arco di un decennio, dal 2011 al 2020, e analizza l’impatto dei loro investimenti nelle energie rinnovabili sulla performance finanziaria. L’analisi si è concentrata sul ROA (per misurare la redditività), sulla q di Tobin (per valutare la valutazione del mercato) e sul costo medio ponderato del capitale, o WACC (come indicatore del rischio). Questo approccio multidimensionale intendeva chiarire come le energie rinnovabili influenzino i diversi aspetti della salute finanziaria di un’azienda.
Profitti e valutazioni di mercato in crescita nonostante i rischi
Lo studio rileva che gli investimenti nelle energie rinnovabili migliorano sia la redditività che il valore di mercato: le utility che hanno investito di più nelle energie rinnovabili hanno registrato un ROA più alto, il che significa che questi investimenti sono stati efficaci per generare profitti. Secondo gli autori, “le energie rinnovabili, sostenute da sistemi di incentivi e da costi marginali più bassi, mantengono un elevato livello di redditività.”
Anche la valutazione del mercato, misurata dalla q di Tobin, ha mostrato una correlazione positiva con le energie rinnovabili. Gli investitori annettono un valore maggiore alle aziende che investono molto sulle energie rinnovabili, riflettendo il crescente interesse del mercato per le aziende che sono in vantaggio nel percorso verso la transizione energetica. “La relazione positiva tra le energie rinnovabili e la q di Tobin fa pensare che gli investitori considerano più allettanti le aziende basate sulle energie rinnovabili come opportunità di investimento,” spiegano gli autori.
Tuttavia, lo studio mette in luce che gli investimenti nelle rinnovabili non riducono in modo significativo il costo del capitale di un’azienda. Il WACC, che misura il costo del finanziamento, è rimasto sostanzialmente inalterato al variare della quota di rinnovabili nel mix energetico di un’azienda. Questo dato indica una persistente percezione di rischio nel finanziamento dei progetti rinnovabili, nonostante la loro redditività. Come osserva Susanna Dorigoni, “se da un lato le rinnovabili migliorano la performance finanziaria, dall’altro non riducono i rischi percepiti, il che potrebbe limitare l’ulteriore crescita.”
Lo studio sottolinea che le energie rinnovabili possono costituire un valore a lungo termine, soprattutto perché operano con costi marginali più bassi e beneficiano di incentivi statali come i conti energia. Ciò rende l’energia rinnovabile un’opzione interessante, soprattutto se i prezzi dei combustibili fossili rimangono volatili.
Tuttavia, gli autori avvertono anche che le energie rinnovabili comportano ancora rischi finanziari, soprattutto quando si tratta di investimenti di capitale su larga scala. Il WACC stabile suggerisce che, nonostante la loro redditività, i progetti rinnovabili sono ancora considerati rischiosi da investitori e finanziatori, il che potrebbe rallentare la frequenza dei futuri progetti.
Le energie rinnovabili sono redditizie, ma le difficoltà di finanziamento rimangono
Lo studio di Dorigoni e Anzalone suggerisce quindi che gli investimenti nelle energie rinnovabili sono redditizi per le utility europee, in quanto migliorano sia i loro utili che la loro valutazione di mercato. Tuttavia, il rischio percepito di questi investimenti, che si riflette nel costo del capitale, rimane una difficoltà. Ciò rappresenta un potenziale ostacolo alla crescita futura, in quanto le aziende potrebbero avere maggiori difficoltà a garantirsi finanziamenti convenienti per progetti su fonti rinnovabili su larga scala. Come osserva Susanna Dorigoni, “il fatto che le utility che producono elettricità da fonti rinnovabili non abbiano un accesso privilegiato al capitale contrasta con la necessità di reperire gli ingenti investimenti necessari per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio prevista dal policy maker europeo entro il 2050.”
I decisori politici dovrebbero quindi impegnarsi per creare dei programmi finanziari più favorevoli che possano ridurre i rischi percepiti degli investimenti nelle energie rinnovabili. Sebbene il passaggio all’energia verde sia già finanziariamente vantaggioso, il suo pieno potenziale si realizzerà quando il costo del capitale scenderà, consentendo alle utility di espandere ulteriormente i loro investimenti nelle energie rinnovabili.