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Dare più tempo nei test di matematica riduce il divario di genere

, di Andrea Costa
Ridurre l’ansia connessa alle prove di matematica aumentando il tempo a disposizione migliora i risultati delle ragazze senza compromettere la qualità della selezione accademica

Aumentare il tempo a disposizione durante i test di matematica può diminuire il divario di genere anche del 40%. Questa è la conclusione a cui sono arrivati Vincenzo Galasso e Paola Profeta, entrambi del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche Bocconi, in uno studio pubblicato su The Economic Journal. I risultati della ricerca dimostrano che dare più tempo per completare i test matematici non compromette la qualità della selezione accademica, poiché la correlazione tra i punteggi dei test e le prestazioni universitarie rimane costante indipendentemente dal tempo assegnato al test. Ma dare più tempo può favorire una maggiore equità di genere nel campo delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).

La disparità di genere nei test di matematica è stata a lungo riconosciuta come uno dei fattori che ostacolano l’accesso delle donne alle carriere STEM, che spesso offrono salari più elevati e migliori prospettive di carriera. Studi precedenti hanno dimostrato che le donne tendono a evitare i test di matematica o a ottenere punteggi inferiori rispetto agli uomini, principalmente a causa dell’ansia legata alla matematica, che è maggiore tra le donne rispetto agli uomini. L’ansia sembra intensificarsi quando il tempo a disposizione è poco, il che aggrava il divario di genere nei risultati dei test. “Abbiamo osservato che quando il tempo per completare il test è molto limitato, le donne forniscono in media due risposte corrette in meno rispetto agli uomini, una differenza significativa. Aumentando il tempo a disposizione si osserva un notevole miglioramento delle performance femminili, con una diminuzione del gap fino al 40%,” sottolineano gli autori.

Lo studio si è svolto in un laboratorio dell’Università Bocconi, dove 776 studenti universitari hanno partecipato all’esperimento. Il test consisteva in venti domande, dieci di logica e probabilità e dieci di algebra e calcolo. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi, a ciascuno è stato assegnato un tempo diverso per svolgere il testo: tempo molto limitato (45 secondi per domanda), tempo limitato (20 minuti per completare il test) o nessuna restrizione temporale. I risultati mostrano che il gap di genere è maggiore in condizioni di vincoli temporali stringenti, ma si riduce quando il tempo aumenta. 

Una delle conclusioni più interessanti dello studio riguarda i meccanismi attraverso cui il tempo disponibile influisce sulle prestazioni matematiche. Gli autori hanno esplorato due possibili canali: le strategie di svolgimento dei test e l’ansia. Il primo canale si riferisce agli aggiustamenti che gli individui fanno nella loro strategia di risoluzione quando devono affrontare un limite di tempo ristretto. Tuttavia, lo studio ha rilevato che le strategie di esecuzione del test non variano significativamente tra uomini e donne. Piuttosto, la differenza principale sembra risiedere nell’ansia generata dai vincoli di tempo. “Abbiamo riscontrato che l’annuncio che il tempo a disposizione per svolgere il test è limitato provoca ansia, che colpisce più gravemente le donne, deteriorando la loro capacità di memoria operativa, un elemento cruciale per le prestazioni nei test di matematica,” spiegano Galasso e Profeta.

Infatti, lo studio ha rilevato che, immediatamente dopo l’annuncio, le prestazioni delle donne in un test di memoria operativa si sono ridotte in modo significativo, mentre le prestazioni degli uomini non sono cambiate. Questo risultato sembra confermare l’ipotesi che l’ansia sia il principale determinante dell’aumento del gap di genere nei test di matematica svolti con poco tempo.

Dare più tempo agli studenti – e soprattutto alle studentesse – durante i test di matematica riduce il divario di genere nei risultati senza compromettere la qualità del processo di selezione. Più tempo nei test potrebbe quindi portare a più donne nelle carriere STEM. 

VINCENZO GALASSO

Bocconi University
Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche

PAOLA PROFETA

Bocconi University
Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche