Come prevedere gli spostamenti dei rifugiati
Le ricerche su Google relative ai nomi delle province turche sono significativamente correlate con il numero di rifugiati siriani in quelle aree, e possono essere utili per stimare gli spostamenti dei rifugiati. Questo è il principale risultato dello studio “Search for a New Home: Refugee Stock and Google Search” di Ebru Şanlıtürk del Max Planck Institute for Demographic Research di Rostock (Germania) e Francesco Billari del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche Bocconi nel quale si analizzano i dati di ricerca online per prevedere la distribuzione dei rifugiati siriani sotto protezione temporanea in Turchia. Gli autori sono arrivati alla conclusione che le ricerche su Google siano buoni predittori per stimare le intenzioni delle popolazioni di rifugiati, soprattutto quando i dati ufficiali non sono disponibili.
L'obiettivo principale di questo studio è analizzare la capacità dei dati di ricerca su Google di prevedere i movimenti dei rifugiati siriani in Turchia dal 2016 al 2019. Gli autori utilizzano un approccio innovativo che sfrutta la differenza tra l'alfabeto turco e quello arabo per distinguere tra popolazioni ospitanti e migranti nelle ricerche online. Questo metodo permette di tracciare in tempo reale l'interesse verso le diverse province turche e di correlare questo interesse con i movimenti dei rifugiati siriani.
I dati di Google Trends relativi alle ricerche sui nomi delle province turche, divisi tra lingua araba e turca, sono stati confrontati con i dati ufficiali sui rifugiati forniti dalla Direzione Generale della Gestione delle Migrazioni della Turchia. È stato quindi creato un set di dati unici che copre quattro anni, includendo aggiornamenti settimanali sulla popolarità delle ricerche e sulle popolazioni di rifugiati. Le ricerche in arabo sono state considerate un indicatore delle intenzioni di spostamento dei rifugiati, mentre le ricerche in turco riflettevano l'interesse della popolazione locale.
Il modello statistico impiegato ha tenuto conto di fattori specifici di ciascuna provincia e ha esplorato la relazione tra il rapporto di popolarità delle ricerche (SPR) in arabo e turco e il numero di rifugiati nelle province turche. Gli autori hanno ipotizzato che le ricerche online possano precedere gli spostamenti effettivi, fornendo un vantaggio temporale per le previsioni rispetto ai dati ufficiali che sono spesso in ritardo.
I risultati hanno mostrato in effetti che un aumento nel rapporto di popolarità delle ricerche in arabo rispetto a quelle in turco è correlato a un incremento nel numero di rifugiati siriani nelle corrispondenti province turche. Questo rapporto si è dimostrato particolarmente utile se esaminato con ritardi temporali di una, due, o più settimane, suggerendo che le ricerche online precedono effettivamente i movimenti fisici. Ad esempio, un aumento di 1 nel rapporto SPR una settimana prima è associato a un aumento del 1,6% del numero di rifugiati in una certa provincia.
Gli autori sottolineano che "l'associazione tra le ricerche online e i movimenti dei rifugiati è significativa e può offrire un'opportunità preziosa per la previsione dei modelli di migrazione in contesti di spostamenti forzati." Questo è particolarmente rilevante in situazioni in cui i dati ufficiali sono limitati o non aggiornati, offrendo un'alternativa utile per i decisori politici e le organizzazioni umanitarie.
Lo studio evidenzia quindi il potenziale dei dati di ricerca online come strumento di previsione per le migrazioni forzate. Con le dovute cautele, come quelle legate alla rappresentatività dei dati e al digital divide, i risultati suggeriscono che l'integrazione dei dati di ricerca online nelle strategie di previsione può migliorare significativamente la capacità di rispondere ai flussi migratori in tempo reale.