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Come cambiare la domanda di elettricità

, di Andrea Costa
L’adozione diffusa di contatori e dispositivi intelligenti può essere sfruttata per massimizzare l’efficienza rendendo i consumatori più attenti ai consumi

La trasformazione dell’adeguatezza delle risorse da bene pubblico a bene privato potrebbe migliorare l’efficienza economica, accelerare la decarbonizzazione e ridurre i costi energetici complessivi, ma solleva anche notevoli problemi di equità e di attuazione. È quanto sostengono Xiyu Ren (dottoranda presso l’Università di Oxford), Iacopo Savelli (ricercatore post-doc in economia applicata presso il Centro GREEN della Bocconi) e Thomas Morstyn (Dipartimento di Scienze ingegneristiche dell’Università di Oxford) nel loro articolo “Making Resource Adequacy a Private Good: The Good, the Bad, and the Ugly” recentemente pubblicato su Joule, una rivista scientifica dedicata alla ricerca sull’energia sostenibile. 

Il concetto di adeguatezza delle risorse si riferisce alla capacità di un sistema di distribuzione elettrica di soddisfare la domanda di elettricità in modo costante. Tradizionalmente gestita come un bene pubblico, l’adeguatezza delle risorse garantisce che tutti beneficino di una fornitura stabile di elettricità, indipendentemente dai contributi individuali. Questo approccio comunitario, pur essendo equo, può portare a inefficienze e costi più elevati, in quanto i consumatori non possono personalizzare i pagamenti di adeguatezza in base alle loro preferenze.

Iacopo Savelli e i suoi colleghi suggeriscono che, grazie ai progressi nelle tecnologie delle reti intelligenti e al cambiamento delle percezioni del pubblico, è ora possibile considerare l’adeguatezza delle risorse come un bene privato. Questo cambiamento farebbe sì che i consumatori paghino solo per l’effettivo livello di adeguatezza che desiderano, il che potrebbe incentivare un uso più efficiente dell’energia e degli investimenti in elettrodomestici ad alta efficienza energetica. “Se si trattasse l’adeguatezza del consumo di elettricità non essenziale come un bene privato, il costo sarebbe trasferito ai consumatori in base alle loro effettive preferenze, portando potenzialmente a maggiori risparmi e a una riduzione dei consumi non essenziali,” afferma Savelli. 

Tuttavia, questo approccio non è privo di sfide. Un problema significativo è quello di definire e garantire un livello socialmente accettabile di “domanda essenziale”, ovvero la quantità minima di elettricità necessaria per le esigenze di base della vita. Gli autori ammettono che questa definizione può variare notevolmente tra le diverse regioni e categorie di consumatori, complicandone l’attuazione. Garantire un accesso equo a questa domanda essenziale è fondamentale per evitare di esacerbare le disuguaglianze esistenti, soprattutto per i gruppi vulnerabili come le famiglie a basso reddito e gli individui che fanno affidamento su apparecchiature mediche che hanno bisogno di elettricità.

Inoltre, potrebbero sorgere problemi di privacy a causa della raccolta di dati aggiuntiva necessaria per monitorare e gestire il consumo individuale di elettricità. Per proteggere le informazioni dei consumatori sarebbe necessario creare piattaforme di dati robuste e meccanismi di tutela della privacy. La transizione verso il trattamento dell’adeguatezza delle risorse come bene privato richiederebbe anche significativi adeguamenti normativi e l’accettazione da parte dell’opinione pubblica, entrambi ostacoli non indifferenti. 

Nonostante queste sfide, gli autori evidenziano i potenziali benefici di questo cambiamento di paradigma. Trattare l’adeguatezza delle risorse come un bene privato potrebbe portare a un’allocazione più precisa ed efficiente delle risorse, allineando i costi alle preferenze individuali e incoraggiando comportamenti di efficienza energetica che favorirebbero gli sforzi di decarbonizzazione. Ciò potrebbe contribuire in modo significativo agli obiettivi climatici globali, riducendo il consumo energetico complessivo e promuovendo pratiche energetiche più pulite.

In breve, se da un lato la transizione verso l’adeguatezza delle risorse come bene privato presenta diverse criticità, tra cui la definizione della domanda essenziale e la garanzia di un accesso equo, dall’altro offre promettenti benefici in termini di efficienza economica e decarbonizzazione. Come conclude Savelli, “grazie al cambiamento di percezione e ai progressi tecnologici delle reti intelligenti, trattare l’adeguatezza delle risorse come un bene privato con un accesso affidabile a un livello socialmente accettabile di domanda essenziale potrebbe potenzialmente ridurre le bollette energetiche complessive per i cittadini, migliorare l’efficienza di allocazione e accelerare la decarbonizzazione del sistema energetico.”