Tre Domande per misurare l’alfabetizzazione finanziaria
Lusardi e Mitchell (2008, 2011a, 2011b) hanno sviluppato tre domande per misurare le conoscenze in termini di educazione finanziaria seguendo criteri di:
- semplicità
- rilevanza nelle decisioni quotidiane
- sintesi
- capacità di differenziazione tra soggetti.
- Supponiamo che tu abbia 100 dollari in un conto di risparmio, con un tasso d’interesse del 2% all’anno. Dopo cinque anni, quanto pensi di avere nel conto?
A) più di 102 dollari;
B) esattamente 102 dollari;
C) meno di 102 dollari;
D) non so; mi rifiuto di rispondere. - Immagina che il tasso di interesse sul tuo conto di risparmio sia dell’1% all’anno e l’inflazione, invece, del 2% all’anno. Dopo un anno, con i soldi nel conto sei in grado di acquistare:
A) più di prima
B) esattamente come prima
C) meno di prima
D) non so; mi rifiuto di rispondere. - La seguente affermazione: “L’acquisto di una singola azione di una società di solito offre un rendimento più sicuro di un fondo comune d’investimento” è:
A) vera
B) falsa
C) non so; mi rifiuto di rispondere
Nell’applicazione originaria a persone sopra i 50 anni degli Stati Uniti le risposte corrette alle tre domande erano rispettivamente di 67%, 75%, 52%. Solo una persona su tre risponde correttamente a tutte e tre le domande.
Nella loro survey, Lusardi e Mitchell (2014) ricordano che numerosi altri test sono stati sviluppati, anche dal punto di vista della misurazione della sofisticazione finanziaria, rivelando ad esempio che solo il 21% conosce la relazione inversa esistente tra tassi di interesse e prezzi delle obbligazioni. Inoltre, l’applicazione delle tre domande originarie a un contesto internazionale dimostra che i risultati degli Stati Uniti si estendono anche ad altri paesi, ad esempio in Italia le percentuali corrette di risposte alle tre domande sono rispettivamente 40%, 59% e 52%, e solo il 25% risponde correttamente a tutte e tre le domande.
Ci sono differenze: giovani e donne sanno meno (le donne rispondono più spesso «non so»).